Un Natale prudente ma nella speranza che non sia da soli. Anche se per la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ĆØ difficile ipotizzare un cenone di San Silvestro in grande stile. Nella conferenza stampa che inaugura il mini-lockdown per la Germania, il leader del governo teutonico dĆ conto delle misure in entrata ma, piĆ¹ in generale, fornisce il quadro che accompagna il Paese nella nuova fase di restrizioni. Con la consapevolezza che la Germania, come del resto anche gli altri Paesi, in una situazione eccezionale. “Dobbiamo essere coscienti del fatto che ci troviamo in una pandemia – ha detto Merkel -, e che si tratta di un evento particolare. Si puĆ² probabilmente dire che si tratta di un evento che avviene una volta ogni secolo”.
Verso l’inverno
Davanti alla Germania (e al resto d’Europa) un inverno che si preannuncia complicato. E che, di sicuro, sarĆ diverso rispetto a quelli che l’hanno preceduto. “Abbiamo quattro mesi invernali lunghi davanti a noi” e “la luce alla fine del tunnel ĆØ abbastanza lontana“. Il paragone avanzato dalla cancelliera tedesca ĆØ quello con una “catastrofe naturale”, una situazione che “non dipende dalla politica”. La Germania adotta oggi nuove misure restrittive, non come a marzo ma su livelli simili, utili secondo Merkel a incrinare la curva dei contagi. Anche se i risultati che ne deriveranno “non dipendono solo dalle regole, ma anche dal fatto che queste verranno rispettate“. Natale non farĆ eccezione: “SarĆ con le misure del Coronavirus, ma non dovrĆ essere un Natale in solitudine”.
Merkel: “Fascia a rischio fra il 30 e il 50%”
Una data, quella del 25 dicembre, ancora lontana se si pensa che il lockdown in Germania finirĆ il prossimo 30 novembre e che giĆ alla metĆ del mese si valuterĆ l’andamento dei contagi e la situazione complessiva del Paese. L’obiettivo ĆØ perlomeno dimezzare la curva dei contagi, riportandola sui 50 ogni 100 mila abitanti. E farlo in appena sette giorni, cosƬ da “ricostruire la catena dei contatti”. Al momento, per la Germania che entra nel nuovo lockdown “la fascia a rischio per il Covid rappresenta fra il 30 e il 50% della nostra societĆ . Non stiamo parlando di una piccola parte di una quota del 2%”.