Arriva in uno dei più alti uffici vaticani il Coronavirus. Il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha infatti fatto sapere che il cardinale filippino, mons. Luis Antonio Tagle, è risultato positivo al Covid-19. Il porporato ricopre la posizione di prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, uno dei dicasteri più importanti della Santa Sede, oltre che di presidente di Caritas Internationalis. Secondo quanto riferito da Bruni, Tagle “è effettivamente risultato positivo al Covid-19 tramite tampone faringeo effettuato ieri al suo arrivo a Manila”. Il direttore ha comunque precisato che “Sua Eminenza non presenta sintomi e resterà in isolamento fiduciario nelle Filippine, dove si trova”.
Controlli in corso
Il tampone sarebbe stato effettuato immediatamente all’arrivo del cardinale a Manila, capitale delle Filippine, dove si era recato nelle scorse ore. L’ultimo tampone, ha spiegato ancora Matteo Bruni, il porporato lo aveva effettuato “il 7 settembre scorso, a Roma, con esito negativo“. Si procederà comunque alle verifiche necessarie fra coloro che, negli ultimi giorni, sono entrati in contatto con Tagle, il quale aveva presenziato a un incontro in udienza con Papa Francesco lo scorso 29 agosto. Il cardinale è atterrato nelle Filippine durante la notte, il che ridurrebbe le ipotesi di un contagio sul posto, anche considerando il tampone di pochi giorni fa, risultato negativo, e svolto a Roma.
Il Covid nelle Filippine
Il cardinale, che tuttora risiede nell’arcipelago e non nella casa della Pontificia Università Urbaniana che spetta al prefetto del suo Dicastero, non avrebbe svolto molto incontri durante il suo periodo a Roma. Più nutrita l’agenda nelle Filippine, in particolar modo per gli incontri avvenuti nella sede del Pontificio Collegio Filippino, dove è stabilito. Il Paese è peraltro uno dei più colpiti dalla pandemia nell’area del Sud-Est Asiatico, con 253 mila casi di contagio (3.804 nelle scorse 24 ore) e più di 4 mila decessi. Numeri che si avvicinano a quelli dell’Indonesia, che registra alcune migliaia di casi in meno ma un bilancio dei decessi il doppio superiore.