“Lo scenario è passato dal 3 al 4”. L’annuncio è arrivato dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in conferenza congiunta con il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. Un’occasione per fare il punto circa la progressione della pandemia in Italia e per capire quale quadro sta andando a definirsi ormai alle porte di novembre. Al momento, ha spiegato Brusaferro, “l’indice RT è arrivato ad 1,7”. In una fase in cui sono già 11 le regioni italiane classificate a rischio elevato di trasmissione incontrollate. Quattro (Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte) sarebbero già nello scenario 4. E quelle considerate a rischio moderato (al momento 8) correrebbero il serio rischio di veder progredire il grado di allerta.
Precauzioni e rischio
Secondo quanto contenuto nel testo del monitoraggio, sarebbero al momento necessarie “misure che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone”. In modo tale da “alleggerire la pressione sui sistemi sanitari, comprese restrizioni di attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l’attuazione della altre misure previste”. L’invito ai cittadini, quindi, è a restare in casa il più possibile e, nel caso sia necessario uscire, farlo dotandosi degli strumenti di protezione adeguati. “I tre fattori principali, distanziamento, mascherina e norme igienico-sanitarie“. Quelle necessarie a contrastare il virus nell’ordinario. Poi un invito anche alle Regioni, affinché sia nuovamente analizzato il rischio e considerato “un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo”.
In questa fase, secondo il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, diventa “cruciale il ruolo dei medici di medicina generale per garantire la gestione ottimale dei malati. Sono al centro di questo percorso assistenziale e a loro va il ringraziamento”.