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Coronavirus, i dati dell’8 novembre: 32.616 nuovi casi, 331 le vittime

Stabile l'aumento delle terapie intensive: sono 2.749, i guariti in 24 ore 6.183. Effettuati 191.144 tamponi, circa 40 mila in meno

In leggero calo i nuovi casi di positivitĆ  da coronavirus in Italia: 32.616 nelle ultime 24 ore, 7.195 in meno rispetto a ieri. Anche le vittime scendono: 331, 94 in meno. Il conteggio complessivo delle vittime tocca la tragica quota di 41.394, mentre i contagiati (inclusi i guariti e i deceduti), arrivano in totale a 935.104. Resta stabile l’aumento dei pazienti in terapia in tensiva: le stime del Ministero della Salute parlano di 2.749 persone in terapia intensiva, altre 529.447 in isolamento domiciliare (+ 24.654). Per quanto riguarda gli attualmente positivi, il numero si attesta a 558.636 (con un incremento di 26.100). I guariti o dimessi sono oggi 6.183, 335.074 dall’inizio della pandemia.

Coronavirus, allerta del sistema sanitario

I numeri confermano come, a oggi, il Paese affronti una nuova complessa fase della pandemia da coronavirus. Da piĆ¹ regioni ĆØ arrivato l’allarme circa la possibile saturazione dei reparti ospedalieri, mentre altre, come l’Alto Adige, optano per una nuova stretta per i propri cittadini. Da Napoli ĆØ stata lanciata l’allerta sulla fase di difficoltĆ  vissuta dai presidi ospedalieri ma anche dalla Sicilia si annunciano rischi simili. A fare appello all’attenzione ĆØ il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che scrive al premier Conte paventando i rischi per il sistema sanitario. “Se ĆØ vero quanto denunciato oggi dai media, circa la mancanza di strumenti fondamentali per la cura dei malati e circa la saturazione dei posti letto, rischiamo che a Palermo e in tutta la Sicilia si vada verso una strage annunciata”.

“Scenari da medicina di guerra”

La missiva, indirizzata anche al governatore Nello Musumeci, prosegue specificando che “se ĆØ vero che nei Pronto soccorso manca l’ossigeno e che nei reparti ospedalieri si ĆØ cominciato a scegliere ‘quali pazienti provare a salvare e quali no’, si prefigurano scenari da ‘medicina di guerra’ che, quali che ne siano i risultati e per quanto possa essere mastodontico l’impegno degli operatori medici e sanitari, porterĆ  comunque una lunga lista di lutti e tragedie umane e sociali”.

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