Ci aveva provato Conte, in sede di Consiglio europeo, a scuotere la Commissione sulla questione Coronabond. E anche il presidente Mattarella, in un videomessaggio alla Nazione, si era (implicitamente ed esplicitamente) rivolto all’Europa affinchĆ© in fase di emergenza concedesse misure ulteriori a quelle applicate fin qui per tamponare l’emorragia economica dell’Eurozona. Eppure, nonostante l’aut aut di un paio di giorni fa dato dal premier in videoconferenza con i 27, e l’impegno dell’Ue a pensar bene sulla questione nei quindici giorni (ora tredici) successivi, la questione Coronabond resta ben piĆ¹ che aperta. Anzi, nelle ultime ore, addirittura, da Bruxelles ĆØ arrivata una mezza doccia fredda, con la presidente Von der Leyen che, in un’intervista alla Dpa, parlava dei bond come un’ipotesi che, al momento, non sarebbe sul tavolo della Commissione: “La parola ĆØ uno slogan, dietro c’ĆØ una questione di garanzie”.
La reazione
Dichiarazioni che non sono piaciute in Italia e, probabilmente, nemmeno in quei Paesi (Francia in testa) che avevano fatto appello all’Europa affinchĆ© prendesse in considerazione la misura come paracadute per la torre pendente delle finanze continentali. Del resto, sulla questione Eurobond si era per la prima volta spezzato l’asse franco-tedesco, con l’esplicito endorsement di Emmanuel Macron in favore dell’Italia e dell’adozione del provvedimento al fianco delle altre misure in atto (Patto di StabilitĆ sospeso e fondo Bce) contro l’emergenza coronavirus. Sul punto, la Dpa ha precisato che “Von der Leyen non si ĆØ impegnata in prima persona nel dibattito e ha rimandato allāEurogruppo, che dovrĆ presentare le proposte entro due settimane. Ma ha mostrato comprensione per la posizione della Germania”. Immediato l’altolĆ del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ieri in conferenza col premier per annunciare nuove misure di salvaguardia per i cittadini italiani: “Le parole di Von Der Leyen sono sbagliate”.
La retromarcia
In sostanza, nonostante la promessa di pensarci sopra per due settimane, dalla presidenza della Commissione sembrava essere sceso il gelo sul tema Coronabond. La reazione pressochĆ© immediata dell’Italia, perĆ², qualche effetto alla fine l’ha sortito, spingendo Bruxelles a una parziale retromarcia: “In questo momento, la Presidenza non esclude alcuna opzione entro i limiti del trattato”. In pratica, la questione trattata da Von der Leyen non rientrava nei termini temuti da Roma, con la presidente che, a quanto sembra, nell’intervista spiegava solo che il tema sarebbe rientrato nelle competenze dell’Eurogruppo. Quindi, sembra precisare ancora Bruxelles, ok a discutere dei bond a patto che ci si arrivi gradualmente: “Stiamo lavorando a una piena flessibilitĆ dei fondi esistenti, come i fondi strutturali. Per garantire il recupero, la Commissione proporrĆ modifiche alla proposta del Mff che consentiranno di affrontare le conseguenze della crisi coronavirus”. Una soluzione di compromesso momentaneo, in attesa di capire se il via libera ci sarĆ o no. A essere confermati, per ora, sono solo i nervi tesi.