E’ ricomparso dopo circa due settimane Kim Jong-un, lasso di tempo in cui l’assenza del leader da eventi pubblici aveva destato sospetti e dato il là a speculazioni in serie. Ora Kim è tornato a farsi vedere e la demarcazione fra le Coree a far parlare di sé per argomenti che non siano le condizioni di salute del dittatore (anche se le foto apparse continuano a far discutere). Nelle scorse ore infatti, quando in Italia scoccava il 41esimo minuto della mezzanotte, al confine tra Nord e Sud, nella zona di Cheorwon, sarebbe avvenuto uno scambio multiplo di colpi d’arma da fuoco. Ad aprire le ostilità sarebbero stati i militari di Pyongyang, mirando a una postazione di soldati meridionali disposti lungo la linea demilitarizzata che separa i due Paesi, i quali hanno risposto sparando qualche altro colpo. Una “prassi da manuale”, la chiama il Sud.
Lavoro diplomatico
Nessun ferito, né danni materiali ma, comunque, un momento di tensione fra i due Paesi, in un momento storico in cui il Sud ha guardato principalmente ai suoi affari interni, fronteggiando una feroce diffusione del coronavirus. E, nondimeno, dopo un periodo di lavori indirizzati a rafforzare i rapporti diplomatici, culminati nella “passeggiata” a cavallo del confine di Kim Jong-un e Moon Jae-in, il 27 aprile di un anno fa. Il momento topico di una politica, quella del presidente sudcoreano, da subito indirizzata verso uno smorzamento delle tensioni con Pyongyang, parallelamente al lavoro di mediazione fra nordcoreani e Stati Uniti. Anche in virtù di questo, pur precisando come vi siano indagini sull’accaduto, da Seul si tende a ritenere che la scaramuccia possa non essere stata intenzionale.
Il dibattito
Prosegue, nel frattempo, il dibattito su che fine avesse fatto Kim in questi giorni. Da parte della Corea del Sud, nonostante il periodo di relativa freddezza diplomatica, il monitoraggio sulle attività del Nord è proseguito, anche in merito alla momentanea sparizione del leader di Pyongyang: “Ci sono alcuni media che hanno speculato sull’intervento di Kim – ha detto una fonte governativa citata dall’agenzia Yonhap -, citando il cambio nella sua camminata”. Il che, in sostanza, significa che da Seul non viene sostenuta la teoria dell’intervento chirurgico, almeno non nei termini usati fin qui. Non che, naturalmente, questo stemperi la discussione: nelle ultime ore, si sono susseguite teorie più o meno plausibili sulle foto mostrate dal quotidiano Rodong Sinmun, fra le quali i sospetti su una macchia rossa apparsa sul polso destro del Maresciallo. Un graffio dicono alcuni, i segni visibili di un’iniezione, sostengono altri. Solo una delle variabili di discussione, più o meno valida, come argomento, quanto le sue generali condizioni di salute. Che, a detta di molti, non sarebbero poi così ottimali.