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Corea del Nord, nuove sanzioni dell’Onu: stretta su industria tessile e petrolio

Nonostante la tempesta dei giorni scorsi e il continuo batti e ribatti di minacce e provocazioni, la Corea del Nord si ritrova a fare i conti con una nuova imposizione dell’Onu che, stavolta, rischia seriamente di far rallentare la marcia nucleare del regime di Kim: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, infatti, ha votato all’unanimità ulteriori sanzioni contro Pyongyang le quali, nello specifico, riguarderanno l’importante settore tessile, in particolare le esportazioni, il petrolio e il gas naturale. Un giro di vite che pone la Nord Corea davanti a una restrizione non di poco conto, con il bando delle esportazioni per i manufatti tessili e il divieto di far arrivare il greggio e il gas alla Corea del Nord, a meno che non siano quantità legate alle esigenze della popolazione.

Haley: “La Corea deve fermare la marcia al nucleare”

La mossa dell’Onu è stata giustificata come una risposta al recente test atomico, risalente al 3 settembre scorso, effettuato da Pyongyang, il quale aveva scosso la superficie terrestre con ben due scosse sismiche correlate all’esplosione nel Punggye-ri. Al fine di ottenere l’appoggio di Russia e Cina, le Nazioni unite hanno optato per un documento rivisto “al ribasso”, meno pesante per la Corea rispetto a quanto originariamente previsto (e proposto) dai richiedenti Usa. A questo proposito, al termine della seduta è stata espressa soddisfazione da parte del portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang, il quale ha parlato di “misure necessarie” e della speranza che vengano applicate in pieno. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ambasciatrice della Casa Bianca, Nikki Haley: “La Corea del Nord non ha ancora passato il punto di non ritorno… Il mondo civilizzato deve fare quello che Pyongyang non sta facendo, ossia fermare la sua marcia verso la costruzione di un arsenale nucleare. La scelta e’ loro. Se continueranno su questa strada continueremo ad aumentare la pressione, se decideranno di cambiare percorso il mondo vivrà in pace con loro”.

Dilazione sul petrolio

Il documento stilato dal Consiglio di sicurezza, di fatto, cancella il nome di Kim Jong-un dalla lista nera dei sanzionati che, se mantenuta, avrebbe comportato il divieto di viaggiare e, insieme, il blocco dei beni patrimoniali. La decisione definitiva è arrivata soltanto nella serata di ieri, dopo una lunga trattativa durata tutta la giornata. L’indirizzamento delle sanzioni più pesanti nei confronti dell’industria tessile, fra le più remunerative per la Corea del Nord, è certamente un colpo duro inferto a Pyongyang. E’ anche vero, però, che il taglio di circa il 30% sulle importazioni di petrolio non ne limita l’apporto in modo sostanziale: il quantitativo riservato al sostentamento della popolazione, infatti, rappresenta una significativa eccezione alla restrizione posta dall’Onu e, soprattutto, una concessione piuttosto larga da parte degli Usa. Ovviamente, anche questa dilazione dovrà necessariamente avere dei requisiti, almeno sulla carta: i barili, ad esempio, dovranno essere “impiegati esclusivamente per il sostentamento della popolazione” e “non generare profitti da investire nei programmi nucleari o balistici”.

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