Cop 28, negoziati in corso. Pichetto: “Conciliare 198 voci”

foto Ufficio Stampa Presidenza Consiglio Ministri/Image nella foto: Gilberto Pichetto Fratin

Nella decima giornata della Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, la Cop28 a Dubai, i temi centrali sono natura, uso del suolo e oceani la cui conservazione e gestione responsabile è fra gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

I negoziati

Parallelamente ad approfondimenti su questi temi, si svolgono i negoziati politici fra i 197 Paesi più l’Unione europea per far convergere le posizioni così da poter stilare un documento finale che possa ottenere il massimo del consenso. Il lavoro è ancora lungo e negli ultimi due giorni della Conferenza, l’11 e il 12, ci saranno colloqui serrati. Il presidente della 28/a sessione della Conferenza delle parti (Cop28) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) ha sollecitato tutti affinché si chiuda entro il termine stabilito (non accade da molti anni) la mattina del 12 auspicando un accordo “storico”. Obiettivo che vuole smentire le polemiche legate al fatto che la conferenza sui cambiamenti climatici si svolge in uno dei Paesi produttori di petrolio. E’ proprio quello dei combustibili fossili il nodo più difficile da sciogliere. Il presidente della Cop28 Sultan Al Jaber ha invitato i ministri a consultazioni bilateriali e consegnare i risultati entro questo pomeriggio. Dopo una scrematura, domani dovrebbe iniziare una nuova riunione.

Pichetto: “Conciliare 198 Paesi”

La Cop28 “è partita bene, trovando un accordo su quello che era uno dei temi più preoccupanti, il Loss & damage. Si è trovato un percorso sul meccanismo di fondo, ora bisogna ragionare su quello che è il bilancio rispetto agli obiettivi di Parigi di evitare che la temperatura terrestre superi 1,5 gradi al 2030. E’ difficile per ragioni di guerra, per ragioni di alcuni Paesi dove continua ancora a crescere l’emissione carbonica e occorre un equilibrio su quello che chiedono 198 paesi, sono 198 voci da conciliare”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, impegnato a Dubai, nei negoziati della Cop28. Intervistato da Skytg24, il ministro ha spiegato che “sul fronte della mitigazione, fatto il bilancio, bisogna stabilire dove ci spingiamo, visto che questo è un bilancio quinquennale. Altrettanto occorre un equilibrio su quello i 198 paesi devono fare rispetto ad adattamento e cambiamento climatico”.

L’impegno dell’Italia

L’impegno dell’Italia con 100 milioni di euro nel fondo ‘Perdite e danni’ (Loss&damage) per i Paesi vulnerabili, fra le somme più alte rispetto a quelle di altri grandi Paesi, mostra un interesse per la questione dei cambiamenti climatici e dimostra che “è cambiato completamente il mondo, è una presa di coscienza del governo Meloni della nostra centralità nell’ambito del Mediterraneo e che la nostra crescita ha una strettissima relazione con quella che è la crescita economica di chi sta attorno, in particolare i Paesi del Nord Africa che più soffrono dei cambiamenti climatici”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, impegnato a Dubai, nei negoziati della Cop28 aggiungendo che “fa parte del Piano Mattei” e i fondi “arriveranno anche da lì, è parte del ragionamento del Piano Mattei che riguarda non solo energia e acqua che sono di mia competenza ma anche un cambiamento della struttura economica come aiuto anche occupazionale”. Intervistato da Sky, a proposito dei Paesi africani che possono dare molto sul fronte delle rinnovabili il ministro ha spiegato che “è la sfida mondiale, è il primo aiuto per questi Paesi ma sarebbe importante per tutto il mondo, per i 198 Paesi”.

Gli investimenti

“Stiamo investendo sulle pipeline, sui tubi per far passare il gas. In questo momento li facciamo in modo che siano poi in grado di far passare idrogeno che sarà un passaggio successivo per la decarbonizzazione. E’ un investimento forte ma ora l’Italia ha bisogno di quasi 70 miliardi di metri cubi di gas all’anno altrimenti chiudiamo le imprese e non abbiamo più energia elettrica per imprese e famiglie”. Pichetto ha citato anche gli investimenti per le rinnovabili ed ha aggiunto che “il Pniec prevede di scendere di oltre 10 miliardi di metri cubi al 2030 per arrivare a zero al 2050”.

La polemica

Polemiche dopo l’ultimo documento della presidenza della Cop28 diffuso ieri pomeriggio con una scaletta di tutti gli argomenti da sottoporre ai ministri dei 197 Paesi partecipanti alla Conferenza nell’auspicio di trovare convergenza su un accordo finale. Nei giorni scorsi, il capo dell’Opec con una lettera aveva esortato i membri del cartello petrolifero a respingere qualsiasi accordo ai negoziati sul clima in corso a Dubai che prevedesse l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Una notizia che ha visto la ferma reazione di ambientalisti e Paesi vulnerabili che invece puntano ad un accordo ambizioso che porti all’abbandono di carbone, petrolio e gas che secondo la scienza sono all’origine delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’attività umana e che sono responsabili del riscaldamento globale. “Non dobbiamo permettere che pericolose distrazioni prendano il sopravvento sulla Cop28. Dobbiamo garantire che il testo finale chieda esplicitamente l’eliminazione graduale dei combustibili fossili” ha rilevato 350.org, un movimento internazionale di gente comune che lavora per mettere fine alle fonti fossili e spinge per fonti energetiche pulite. “La Cop28 ha la rappresentanza dei Paesi ma anche la rappresentanza di tanti blocchi di interesse, sarebbe da stupirsi se l’Opec che rappresenta i Paesi produttori e venditori di petrolio non tutelassero i propri interessi. La Cop deve dare un percorso che è quello della decarbonizzazione che significa superare la fase carbone e successivamente la fase petrolio. E’ una mossa di puro interesse di parte”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, impegnato a Dubai, nei negoziati della Cop28, intervistato nell’approfondimento ‘Progress’ di Skytg24.

Tecnologia e innovazione

Tecnologie digitali e spaziali come strumenti essenziali per contribuire alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici e alla gestione delle emergenze. “Tecnologia e innovazione sono tra i temi trasversali di COP28 negli Emirati Arabi Uniti, abilitatori essenziali per accelerare la transizione sostenibile. Il tempo a disposizione per adottare misure forti e adeguate è limitato ma la tecnologia cresce in modo esponenziale”, ha dichiarato la chief sustainability officer di Leonardo, Raffaella Luglini, nel corso dell’evento “Technology Driven Climate Action” che segna il debutto della società a Cop28 a Dubai. “Velocità e potenza di calcolo sono ad esempio raddoppiate ogni 18-24 mesi dagli anni 70, una capacità che offre una straordinaria opportunità per un cambio di passo verso le azioni di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico”, aggiunge Luglini in una nota. “La rete di laboratori di ricerca e sviluppo Leonardo Labs, l’High Performance Computer davinci-1, l’impiego del digital twin sono elementi chiave in grado di creare opportunità per nuove applicazioni non solo nel settore dell’aerospazio, difesa e sicurezza ma anche per le comunità e il pianeta nel suo insieme: global monitoring, healthcare, smart cities e logistica multimodale”, ha evidenziato il chief innovation officer di Leonardo, Simone Ungaro.

Fonte Ansa

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