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Caso Eitan, la visita del console italiano al piccolo Eitan

Secondo fonti dell'ambasciata il bambino sarebbe in buone condizioni di salute. Lo zio paterno fa sapere che la coppia non si recherà in Israele prima della prossima settimana

Si è svolta questa mattina, d’intesa con la Farnesina, la visita del console presso l’ambasciata italiana a Tel Aviv all’unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone dello scorso 23 maggio, Eitan Biran, alla presenza del nonno materno (fin fino ad oggi sottoposto alla misure degli arresti domiciliari. Intanto gli zii paterni del bambino hanno fatto sapere che non torneranno in Israele prima della prossima settimana.

La visita

Stamattina il console presso l’ambasciata italiana a Tel Aviv, in una visita consolare organizzata d’intesa con la Farnesina e resa possibile anche grazie alla collaborazione delle autorità israeliane, ha incontrato, presenza del nonno Shmuel Peleg, il piccolo Eitan. L’incontro era finalizzato “a verificare la situazione e il contesto familiare in cui si trova attualmente il minore”. “Il piccolo Eitan è apparso in buone condizioni di salute“, hanno detto fonti dell’ambasciata.

Gli zii

“Non partiamo oggi per Israele, probabilmente la settimana prossima, forse martedì”, ha detto ai giornalisti presenti davanti la sua abitazione Or Nirko, zio paterno di Eitan. La coppia, arriverebbe nel Paese prima dell’udienza fissata per il 29 settembre. I legali israeliani di Aya Biran, tutrice legale del bambino, hanno attivato, riporta Ansa, la procedura della Convenzione dell’Aja sulla sottrazione internazionale di minori per chiedere l’immediato rientro in Italia del bimbo. Proseguono nel frattempo le indagini della Procura Pavia per ricostruire il percorso del nonno del piccolo e le presunte complicità.

Le parole della ministra

“Tutte le vicende che riguardano i diritti dell’infanzia sono prioritarie per l’azione di questo governo. C’è la magistratura che si sta mettendo a servizio della risoluzione della vicenda, ci sarà l’impegno nell’ovvio dialogo diplomatico fra Stati per arrivare a una soluzione”, ha detto la ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti. “C’è stata una sofferenza enorme, una sofferenza provocata e quindi una responsabilità da parte della nostra comunità di restituire speranza e un futuro positivo a questo bambino e a questa famiglia che l’ha accolto. L’impegno del governo ci sarà nelle forme e nei modi che sono previsti dall’ordinamento”.

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