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Consip, Romeo non risponde ai Pm, il legale: “Fu fregato, altro che corruttore”

Si è concluso nel carcere di Regina Coeli, a Roma, l’interrogatorio di Alfredo Romeo nell’ambito dell’inchiesta su Consip. “Nell’aprile scorso Romeo ha presentato un esposto in cui venivano descritti i suoi rapporti e il meccanismo con cui venivano affidati gli appalti, lui fu danneggiato. Quell’esposto fu inviato per conoscenza anche all’Anac e all’Antitrust” ha detto l’avvocato Giovanni Battista Vignola, difensore dell’impreinditore napoletano, uscendo dal penitenziario capitolino. “L’incartamento è stato inviato ai pm di Napoli tre mesi fa e a quelli di Roma venti giorni fa”. Il legale ha tenuto a precisare che Romeo “non era un privilegiato” ma in Consip “era un emarginato, altro che corruttore, lui fu fregato più volte”. In precedenza gli avvocati difensori di Romeo entrando nel carcere di Regina Coeli avevano affermato: “Il nostro assistito afferma di non aver mai dato soldi a nessuno e di non avere mai incontrato Tiziano Renzi o gente legata all’entourage dell’ex presidente del Consiglio”

Silenzio

Durante l’esame Romeo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Avrebbe dovuto fornire chiarimenti sui centomila euro elargiti, secondo l’accusa, al dirigente Consip Marco Gasparri per aver informazioni e “dritte” sulle gare d’appalto. L’imprenditore era interessato ad alcuni dei 18 lotti del cosiddetto Facility Management 4, un appalto del valore complessivo di quasi 3 miliardi di euro e per questo avrebbe pagato le bustarelle tra il 2012 e il 2014 a Gasparri, che ha deciso di collaborare con la magistratura.

Il pizzino

Gli inquirenti volevano chiedere conto a Romeo anche del “pizzino” recuperato dalla spazzatura, proveniente, sempre secondo l’accusa, dal suo ufficio, in cui compaiono la lettera ‘T’ puntata preceduta da “30 mila euro mese”: per i pm si tratta di Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo. Il quale è già stato interrogato e ieri ha detto a una troupe televisiva: “Vorrei non subire stalking. Mi state violentando in un momento privato”. Presto potrebbe essere ascoltato dai magistrati anche l’ex deputato di An Italo Bocchino, lobbista di Romeo e a sua volta indagato.

Inchiesta

Un altro filone dell’inchiesta coinvolge il ministro dello Sport Luca Lotti, sospettato di aver rivelato all’amministratore di Consip, Luigi Marroni, che c’erano in corso indagini. Lo stesso Marroni in una intervista ha confermato solo di aver fatto bonificare il suo ufficio da una ditta specializzata che avrebbe effettivamente trovato alcune microspie.

 

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