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Consip, Renzi senior si difende davanti ai pm, Matteo: “Se ha sbagliato pena doppia”

Negli uffici di piazzale Clodio della procura della Repubblica di Roma è terminato l’interrogatorio di Tiziano Renzi, indagato per traffico d’influenze nell’ambito dell’inchiesta Consip. Nel corso dell’esame il padre dell’ex premier ha confermato di non “mai preso soldi. Si è trattato di un abuso di cognome”. “Il dottor Renzi ha risposto a tutte le domande ed ha precisato di non aver avuto alcun ruolo in questa vicenda” ha detto l’avvocato Federico Bagattini. Tiziano Renzi, ha aggiunto, “ha negato di aver mai conosciuto né incontrato Alfredo Romeo e di essere mai stato in Consip”. Ha anche escluso anche di conoscere Denis Verdini. Rispondendo a domande dei pm sui rapporti “con tutte le persone coinvolte nell’inchiesta”, Renzi senior ha sottolineato di essere legato all’imprenditore farmaceutico Carlo Russo anche da una frequentazione di carattere religioso. Durante l’interrogatorio, ha concluso l’avvocato Bagattini, non sono state fatte nuove contestazioni.

Pena doppia

Durante la trasmissione 8 e 1/2 Matteo Renzi, sollecitato sull’inchiesta che vede coinvolto il padre, ha risposto: “Se c’è un parente di un politico indagato in passato si pensava a trovare le soluzioni per scantonare il problema ed evitare i processi. Io sono fatto in un altro modo: per me i cittadini sono tutti uguali. Anzi. Se mio padre secondo i magistrati ha commesso qualcosa mi auguro che si faccia il processo in tempi rapidi. E se è davvero colpevole deve essere condannato di più degli altri per dare un segnale, con una pena doppia”

Il reato

Il reato per il quale è indagato il padre dell’ex premier punisce le forme di remunerazione di illecite attività di mediazione. Nel caso di Renzi (così come per il suo amico imprenditore Carlo Russo) l’ipotesi di accusa fa riferimento alla presunta promessa di somme di danaro – una sorta di stipendio mensile, di cui secondo il pm vi sarebbe traccia in un “pizzino” recuperato dai carabinieri in discarica – che Romeo avrebbe assicurato in cambio del sostegno, attraverso lo sfruttamento delle relazioni tra il padre del’ex premier e l’ad di Consip, per l’assegnazione di appalti. Ipotesi che Renzi senior ha sinora respinto con determinazione: “Non ho mai chiesto soldi – ha dichiarato – non li ho mai presi. Mai. E credo che i magistrati abbiano tutti gli strumenti per verificarlo. Non vedo l’ora che venga fuori la verità: voglio essere interrogato, voglio che verifichino tutto di me, non ho nulla da nascondere. Nulla. Mi sembra di vivere un incubo”.

Presunte pressioni

Ma a pesare sulla posizione dell’indagato ci sono non solo alcune intercettazioni, ma anche le dichiarazioni di Alfredo Marroni (ad di Consip dal 2015 e pretoriano dell’ex premier) che, interrogato dai pm napoletani, come riportato dall’Espresso, avrebbe sostanzialmente parlato di pressioni ricevute da Carlo Russo per intervenire sui commissari di gara per conto del “babbo di Matteo” e del parlamentare di Ala Denis Verdini.”Carlo Russo – ha messo a verbale Marroni – mi ha chiesto di intervenire sui commissari di gara per conto del babbo di Matteo e del parlamentare di Ala. Mi dissero che loro erano ‘arbitri’ del mio destino professionale“.

L’appalto

La gara in questione era quella dell’appalto Fm4 (facility management) da 2,7 miliardi bandito da Consip e Romeo puntava all’assegnazione di uno dei lotti più prestigiosi, quello della manutenzione del palazzi istituzionali. Marroni è stato sentito come persona informata sui fatti e, secondo il settimanale, nel corso dell’interrogatorio l’ad “racconta di un vero e proprio ‘ricatto’ subito” da Russo. “Riferisce di pressanti ‘richieste di intervento‘ sulle Commissioni di gara per favorire una specifica società; di ‘incontri’ riservati con il papà di Renzi a Firenze; e di ‘aspettative ben precise’ da parte di ‘Denis Verdini e Tiziano Renzi'” sull’assegnazione di gare Consip per centinaia di centinaia di milioni“.

Incontri in una bettola

Tra gli altri argomenti che gli inquirenti potrebbero approfondire con Renzi padre, anche quanto riferito dal commercialista napoletano Alfredo Mazzei, esponente del Pd locale ed amico di Romeo, che ha parlato di un incontro riservato tra Renzi, lo stesso Romeo e Russo in una sorta di “bettola“, una trattoria senza pretese. Anche questa circostanza ha provocato la reazione di Tiziano Renzi: “Non ho mai fatto cene segrete in bettole in vita mia, come scrive qualcuno. Conosco effettivamente Carlo Russo, del cui figlio sono padrino di battesimo, ma leggo cose sui giornali di cui non so assolutamente nulla”.

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