Alta tensione nel Ladakh, regione geografica dell’Himalaya, dove quello che è stato definito un “confronto violento” ha coinvolto alcuni componenti dell’esercito indiano e altri delle Forze armate cinesi, del quale sarebbero rimasti vittime almeno venti soldati indiani, tra cui un colonnello. A riferirlo è un portavoce dell’esercito dell’India, secondo il quale lo scontro sarebbe avvenuto lungo il confine tra i due Paesi. Una zona da tempo al centro di una contesa che, pur senza violenze particolari da diversi anni, ha via via inasprito i suoi toni, producendo quello che, di fatto, è il primo scontro armato con vittime fra le pattuglie di presidio dal 1975. Un’escalation finora silenziosa rispetto alla portata dei media internazionali, ma che il conflitto nel Ladakh porta alla ribalta in un’ottica geopolitica che rischia di produrre una nuova crisi.
Non solo Ladakh: tensioni crescenti
Sul confine la tensione è ormai annosa ma solo nelle ultime settimane Cina e India hanno intensificato i confronti, anche armati, principalmente basati sulle accuse reciproche di aver varcato indebitamente la frontiera, sia naturale che politica, che separa i due Paesi. Nonostante il tentativo di mediazione fra le delegazioni degli eserciti, le quali hanno tentato di procedere a uno stemperamento della tensione con tanto di dichiarazione del Ministero degli Esteri cinese, le pattuglie di controllo hanno mantenuto la strategia della tensione, arrivando addirittura a uno scontro con vittime. Secondo alcuni organi di stampa, oltre ai tre militari indiani uccisi, anche un soldato cinese avrebbe perso la vita.
Rischio escalation
Una frizione che, se finora si è limitata a uno scontro perlopiù endemico, rischia ora di esasperare le relazioni già altalenanti fra i due Paesi vicini, in un contesto fatto di accuse reciproche e scaramucce continue lungo la linea di demarcazione himalayana. Va da sé che, viste le vittime avute nell’ultimo scontro, la posta in gioco inizi a farsi più alta e il rischio di una deriva non conciliatoria appare dietro l’angolo. Il pericolo è di un incidente diplomatico con accuse reciproche e senza apparenti soluzioni da un punto di vista di mediazione.