Il Columbus Day è un appuntamento ormai storico per gli Stati Uniti d’America. La prima volta fu nel 1869, a San Francisco. Celebrazione tutta italiana che istituzionalizzò di fatto quanto già accadeva fra gli emigrati di casa nostra nei quartieri italiani di New York. Un omaggio a Cristoforo Colombo, che portò due caravelle e una caracca (la Santa Maria, che affondò nella baia di Haiti) sulle coste delle Antille avviando, di fatto, la conquista del continente americano.
Già abitato dai nativi, già toccato in evi precedenti ma, solo dopo i quattro viaggi del navigatore genovese, segnato sulle carte geografiche delle rotte transoceaniche. Ci si accorse che non erano le Indie, che si parlava di un’immensa terra emersa (allora ancora tutta intera). E che affascinanti civiltà avevano dato vita a veri e propri imperi. Cominciò tutto da lì: l’era delle scoperte geografiche e, nei secoli che seguirono, la corsa alle risorse di quelle terre sconfinate. Condite dal massacro dei suoi abitanti ancestrali.
Niente Columbus Day
Questo aspetto, al netto delle celebrazioni sempre regolarmente effettuate in ricordo dell’approdo europeo in età post-Medioevo sul suolo americano, ha fatto sì che il Columbus Day vivesse di contraddizioni. Soprattutto durante la contemporaneità, quando alcuni dettagli apparvero più chiari. In America latina, dove l’espansionismo europeo fu ancora più feroce, il nome della giornata assume anche un altro significato: Dia de la Raza, il Giorno della razza, a simboleggiare l’incontro inedito fra europei e nativi.
Un modo per ricordare che il contatto fra culture ed etnie diverse, naturalmente pacifico, rappresenta quanto di più costruttivo nel dialogo fra i popoli. Eppure, quelle contraddizioni continuano a vivere, oggi più che mai. L’allargamento del Black Lives Matter, movimento sorto dopo la morte di George Floyd, ha sviluppato una deriva iconoclasta che non ha risparmiato nemmeno (anzi, soprattutto) le immagini di Cristoforo Colombo. Né di altri personaggi che, in un modo o nell’altro, sono entrati nella storia degli Stati Uniti, accusati di schiavismo e razzismo.
La Fiera del 1893
E oggi, vuoi per una pandemia in corso che, specie negli Usa, non rende la celebrazione il primo pensiero, e anche per le insorgenze sempre più decise nei suoi confronti, il Columbus Day praticamente non si celebra. E pensare che, nel 1893, per celebrare il 400esimo anniversario dello sbarco di Colombo si allestì addirittura una fiera internazionale. Non un Expo ma quasi. La Fiera Colombiana di Chicago, una sublimazione dell’architettura e dell’ingegneristica americana dell’epoca, interamente illuminata da corrente elettrica. Quasi un nuovo Crystal Palace, con la differenza che il suo allestimento non fu spartiacque tra splendore e declino. Ma pietra d’angolo per sviluppi futuri che, di lì in avanti, avrebbero seguito una costante ascesa.