Piazza San Giovanni in Laterano a Roma sta ospitando la manifestazione promossa dal Comitato “Difendiamo i nostri figli”. Contro l’educazione al gender, migliaia di famiglie si sono mibilitate non per affermare una visione confessionale o una verità rivelata, ma per difendere una verità di ragione senza la quale potrebbe risentirne il bene comune.
E’ Massimo Gandolfini, noto neuroscienziato e primario di neurochirurgia alla fondazione Poliambulanza di Brescia a spiegare il significato e le motivazioni di questo evento: “Quella del 20 giugno a Roma sarà una grande manifestazione popolare, apartitica e aconfessionale, per dare un segnale forte alla politica e trasformare la maggioranza silenziosa della gente in cittadinanza attiva. Perché le persone, quando scoprono la colonizzazione ideologica in atto da parte di una minoranza di fautori della teoria del gender, esprimono una grandissima preoccupazione”.
Sono dunque le famiglie le prime protagoniste di questa giornata, genitori che vogliono far sentire la loro voce per non lasciarsi “scippare il diritto di educare i propri figli”. Si tratta di un’iniziativa nata dal basso che sta portando a San Giovanni migliaia di persone. “Siamo un milione – ha esultato Gandolfini – chiediamo che si tuteli e si rispetti la famiglia fondata sul matrimonio e si ribadisca il ruolo centrale dei genitori. Rigettiamo con forza il tentativo di infiltrare nelle scuole progetti educativi che mirano alla destrutturazione dell’identità sessuale dei bambini. Sono teorie senza basi scientifiche”
Il Comitato, a scanso di equivoci, tiene a precisare che l’evento di oggi non ha nulla a che fare col Family Day, e che si tratta di qualcosa di totalmente nuovo. Non una manifestazione contro qualcuno o contro gli omosessuali, ma un evento propositivo sulla bellezza della famiglia. Ben consapevoli di ciò a cui vanno incontro, sanno che qualcuno li accuserà di essere “omofobi” o “integralisti” ma queste, come dice un portavoce del Comitato, “sono etichette che usa chi non ha idee razionali e argomenti scientifici”.
“Siamo pronti a qualsiasi tipo di contraddittorio – ha proseguito –. Qualcuno ci vuole tappare la bocca perché la pensiamo in maniera diversa, ma questo non è degno di una democrazia. La gente resta raccapricciata quando legge le linee guida Lgbt del Miur, il tutto veicolato dalla lotta al bullismo e alla discriminazione, su cui siamo assolutamente d’accordo. Ma è un pretesto per introdurre in maniera surrettizia l’ideologia del gender”.
L’evento ha trovato l’approvazione di diversi vescovi, come quello di Campobasso-Bojano, monsignor Giancarlo Bregantini che ha dichiarato di condividere gli obiettivi della manifestazione, e anche di monsignor Giampaolo Crepaldi. Gode poi del supporto di alcuni politici come Eugenia Roccella di Area Popolare: “Noi parlamentari che aderiamo saremo in piazza senza impegno di partito – ha sottolineato – ma per dare voce e rappresentanza in Parlamento, e attraverso gli strumenti della politica, a quella piazza e a quel popolo. È fondamentale che ci sia una capacità della politica di essere interlocutore di un grande movimento di opinione pubblica e di non isolare quella maggioranza silenziosa che crede che i figli debbano avere una mamma e un papà”.