Dalle immagini uscite oggi c’è la risposta all’enigma sui poliziotti che avrebbero lasciato passare i terroristi. Dal video che abbiamo postato potrebbe osservare con chiarezza la dinamica della fuga dei due jihadisti. Troppo facilmente e senza alcun riscontro si sono moltiplicate le voci di un presunto complotto tra i terroristi e le forze di polizia.
Il giorno dopo la strage di Parigi è infatti partito il tam tam dell’accordo segreto. I “servizi” francesi e le forze di polizia sono stati assolutamente inadeguati sulla prevenzione e sulla capacità di reazione, e forse questo ha contribuito a creare confusione. Ma da qui a parlare di un’enorme messa in scena ce ne corre. Su facebook una foto, su tutte, ha dato la stura alle tesi di accordi tra la polizia e i terroristi: è l’istantanea della macchina con i lampeggianti accesi che appare parcheggiata nella stradina che collega Rue Nicolas Appert a Boulevard Richard Lenoir , quella che i due attentatori stavano percorrendo dopo il blitz alla sede del giornale. Nella foto si vede l’auto ben sistemata su un lato della carreggiata, come se fosse sistemata in modo tale da lasciare lo spazio per far passare la Citroen C3 nera dei terroristi in fuga. Ecco dunque come da quella foto ci si sia lanciati in una serie di considerazioni che sembravano inoppugnabili.
In realtà, come ha evidenziato un video diffuso oggi nel quale si vede l’intera sequenza, l’auto della polizia era piazzata in mezzo alla strada, ma quando la vettura dei jihadisti si è fermata, quest’ultimi hanno iniziato a sparare raffiche di mitra. Non siamo in un film di 007, dove il protagonista di turno ingrana la prima e si lancia contro gli attentatori; siamo nella realtà, e un singolo poliziotto investito da una scarica di pallottole si spaventa, ingrana la retromarcia e si allontana dalla linea di fuoco. Tanto precipitosamente da andare quasi a sbattere contro il muro (ecco il fotogramma dell’auto “parcheggiata”) per poi ritirarsi in zona più sicura. Fosse stato un agente dei corpi speciali forse avrebbe avuto la preparazione giusta per rispondere al fuoco, e con tutta probabilità non sarebbe stato nemmeno solo ma avrebbe avuto un team con lui. Ma quel poliziotto alla guida e il suo collega hanno pensato solo a salvarsi, e non se ne può fargliene una colpa.
Questa è la verità documentale, tutto il resto sono elucubrazioni. D’altra parte, la linea che separa il vero dal verosimile è spesso molto sottile. E su questa giocano sempre gli equilibrismi del complotto.
angelo.perfetti@interris.it
@angelo_perfetti