“È un Primo Maggio difficile. La crisi sanitaria ha generato una crisi economica che si riverbera drammaticamente sul lavoro. Nulla sarà come prima”. Lo sottolinea il segretario generale della Conferenza Episcopale italiana, mons. Stefano Russo, in un’intervista ai media della Cei. “Ascoltiamo il grido di dolore che si leva da tutto il territorio italiano da ogni comparto produttivo, dai lavoratori autonomi, dagli stagionali, da coloro che subiscono la duplice vessazione del lavoro in nero e del caporalato. In quanti temono di non riaprire la loro attività, di non trovare più il loro impiego di sprofondare nella disoccupazione” dice mons. Russo sottolineando che “non manca chi si approfitta di questa situazione per imporre salari indecorosi a chi, per necessità , accetta impieghi sfiancanti. Il lavoro è dignità”. Per il segretario generale dei vescovi “il futuro si fonderà sulla capacità di fare squadra, partendo dagli ultimi, sulla solidarietà rispetto all’egoismo”.
L’affidamento dell’Italia a Maria – VIDEO –
“È un affido che giunge dopo un periodo doloroso, in cui tante persone hanno vissuto nella preghiera questa fase così complicata e difficile. Maria è colei che si fida e si affida al Signore, crede nonostante tutto all’amore di Dio: vogliamo presentarci a Maria e affidare a lei questo tempo, le nostre passioni, la volontà di camminare con lei e come lei verso il Signore”. Così mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, spiega le motivazioni che hanno portato la Chiesa italiana ad affidare l’Italia alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza con un momento di preghiera oggi primo maggio, alle ore 21, un momento di preghiera organizzato dalla Cei nella basilica di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, in diocesi di Cremona e provincia di Bergamo (qui il sussidio per il Rosario meditato).In un’intervista dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali per i media Cei mons. Russo spiega: “È l’affido di tutte quelle persone che si sono spese per gli altri – pensiamo agli operatori della sanità -, di tante famiglie che vivono situazioni di sofferenza o hanno visto lutti. È l’affido – scrive il Sir – anche del mondo del lavoro, tra i più colpiti: il 1° maggio è la memoria di San Giuseppe lavoratore, sposo di Maria. È un affido dell’intero nostro Paese”.