Spunta una terza persona indagata nel caso del piccolo Eitan. Si tratta di un 56enne israeliano che, a quanto pare, era alla guida dell’auto sulla quale viaggiavano il bambino, unico sopravvissuto al disastro del Mottarone, e suo nonno Shmuel Peleg, diretta verso la Svizzera. L’uomo si aggiungerebbe alla lista degli indagati per sequestro di persona aggravata, assieme allo stesso nonno del piccolo e alla nonna. Eitan, infatti, è affidato alla tutela legale degli zii paterni Aya e Or Niko Biran, prima di essere portato in Israele a loro insaputa. A riferirlo sono il Corriere della Sera e La Provincia Pavese.
Il caso Eitan
Si allungherebbe così l’elenco degli indagati per il caso del piccolo Eitan, 6 anni appena ma al centro di una tragedia che, purtroppo, appare senza fine. Il bimbo, nell’incidente del 23 maggio, ha infatti perso i suoi genitori, il fratello e i bisnonni, riuscendo miracolosamente a sopravvivere grazie alla protezione di suo padre. Dopo le cure ricevute, Eitan era stato affidato agli zii Aya e Or Niko Biran-Birko, che lo avevano raggiunto in ospedale. In seguito, suo nonno lo aveva riportato senza autorizzazione in Israele, con un volo privato partito proprio dalla Svizzera.
L’auto sulla quale viaggiavano era stata fermata dalla Polizia per un controllo nei pressi dell’aeroporto di Lugano e i suoi passeggeri identificati. Proprio dallo scalo, era partito il volo che aveva riportato Eitan in Israele. Il presunto terzo indagato, secondo il Corriere, potrebbe essere la stessa persona che il giorno prima aveva affittato, a Malpensa, la Golf blu.
Aya Bira in Israele
Secondo quanto riferito da Or Niko, Aya Biran sarebbe già in Israele per incontrare il bambino e riportarlo in Italia, come riferito anche dal portavoce della famiglia, Eytan Har-Or. La signora, infatti, “è accompagnata da funzionari diplomatici”. Stando a Radio Kan, la donna si sarebbe rivolta al procuratore generale Avichai Mandelblit. Al quale è stato richiesto di “riavere Eitan al più presto sulla base della Convezione dell’Aja”. Come confermato dal portavoce dei Biran-Birko, il bimbo aveva iniziato “i suoi studi in prima elementare” da appena una settimana prima che fosse portato via. L’auspicio degli affidatari è che possa rientrare anche per “proseguire le cure di riabilitazione e di sostegno mentale in corso”.