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Caro energia, stangata da un miliardo per i Comuni

Nel 2022 impennata della spesa per utenze e canoni per la fornitura di energia elettrica e gas pari al 46,2% rispetto al 2021

Stangata per i Comuni da quasi un miliardo di euro nel 2022 per il caro energia. Oltre 121mila euro in media per municipio, con un’impennata della spesa per utenze e canoni per la fornitura di energia elettrica e gas pari al 46,2% rispetto al 2021. E, intanto, le tariffe che i cittadini pagano per i servizi pubblici sono lievitate dell’11,5%.

Nel 2023

Senza interventi, secondo uno studio di Demoskopika, non solo i costi dei servizi continueranno ad aumentare nel 2023, ma il rischio è che i Comuni ritocchino le imposte locali per far fronte agli aggravi di spesa dovuti al caro energia. Intanto, il prezzo del gas si riavvicina ai 60 euro al megawattora, secondo le quotazioni di Amsterdam. Ma dopo il crollo registrato a gennaio, le tariffe per i clienti del mercato tutelato sono destinate a calare e c’è attesa per la variazione ufficiale che arriverà giovedì 2 febbraio dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera). Per le bollette della luce del secondo trimestre 2023 bisognerà invece aspettare fine marzo. Il caro energia rischia di scatenare una “guerra tra poveri”, avverte il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, e “senza un corposo intervento dello Stato, i cittadini pagheranno di più o vedranno tagliati alcuni servizi”. La stangata che si è abbattuta sui Comuni italiani, commenta a stretto giro il Codacons, “rischia di trasferirsi in modo diretto sulle tasche degli italiani, attraverso un aumento di tasse e imposte locali a carico dei cittadini”. Un eventuale incremento della tassazione locale nel 2023, aggiunge Assoutenti, “darebbe vita ad una nuova spirale inflazionistica con conseguenze pesanti per le tasche delle famiglie”. Sono circa 224 i Comuni con partecipazioni nelle società di luce e gas, continua il Codacons, e che “hanno quindi registrato enormi utili grazie agli extra-profitti incamerati dalle aziende energetiche“. Comuni che “non possono in nessun caso sfruttare l’emergenza energia per aumentare la tassazione”.

I servizi

Trasporti, parcheggi, servizi scolastici, asili nido, cultura e sport le principali aree, con servizi a domanda individuale, in cui si è concentrato prioritariamente l’incremento: 298milioni di euro pari all’84,1%. Per il 2023, persistendo questo andamento, alla leva delle entrate extratributarie, spiega lo studio di Demoskopika, “potrebbe aggiungersi anche un aumento della pressione fiscale locale toccando al rialzo, ad esempio, l’imposta comunale sugli immobili (Ici), l’addizionale comunale Irpef, la tassa di smaltimento dei rifiuti (Tari) e il tributo per i servizi indivisibili (Tasi)”.

Fonte Ansa

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