Card. Zuppi: “Senza la pace davvero è tutto perduto; la guerra è la madre di tutte la povertà”

Il Cardinale Matteo Zuppi

Se c’è il diritto ad una legittima difesa, va anche considerato legittimo il diritto alla difesa della pace. Per questo Papa Francesco per la prima volta ha condannato moralmente il possesso delle armi nucleari, definendolo immorale. Senza la pace davvero è tutto perduto; la guerra è la madre di tutte la povertà”, ha dichiarato il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, che ha incontrato oggi la rete delle realtà cattoliche ed ecumeniche contro le armi atomiche nei conflitti. “Spolveriamo il passato, perché la rilettura della storia è la più alta consapevolezza nel mondo in cui stiamo vivendo e che viene minacciato”, ha aggiunto.

Le riflessioni del card. Zuppi

Politica e profezia: servono entrambe. Essere nella profezia serve per spingere la politica ad essere all’altezza. Vi ringrazio perché molte delle vostre realtà stanno sul campo. La pace può sembrare da ingenui. Non siamo così stupidi: penso che al contrario anche parlare di disarmo e indicare un grande futuro ci aiuti a misurarci sul contingente”.

“Ad un anno dall’inizio della guerra non dimentichiamo che c’è una vittima e un occupante; non facciamo finta che sia tutto uguale. Ma bisogna cercare disperatamente le vie della pace. Bisogna fare uno sforzo gigantesco, contemporaneo alla legittima difesa. Le realtà sovranazionali come l’Onu costituiscono vie per la democrazia e la pace. ‘Non bisogna permettere – diceva Henry Kissinger – che l’uso di armi nucleari diventi convenzionale, si normalizzi, non solo per il risultato immediato ma per le conseguenze'”.

“Facciamo nostro l’appello di Papa Francesco del 2 ottobre, per non abituarci alla guerra. Diceva: “Il mio appello si rivolge al Presidente della Federazione Russa supplicandolo di fermare questa spirale di violenza e di morte. E faccio altrettanto appello al presidente dell’Ucraina che si apra alle proposte di pace. E aggiungo a responsabili: chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle proprie responsabilità per porre fine alla guerra in corso senza farsi coinvolgere in pericolose escalation”.

Manuela Petrini: