Card. Zuppi: il carcere lavori per la rieducazione dei detenuti

Il cardinale Zuppi ha affermato che il carcere deve essere fine a se stesso, quindi lavorare per la rieducazione dei detenuti

vita Zuppi
Il cardinale Zuppi a Mosca. Foto ©Vatican Media

“Il carcere è un pezzo di noi e se svolge la sua funzione di rieducazione di rimarginare le ferite, dà un’opportunità”. E’ quanto ha dichiarato il presidente della Cei, cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, intervenendo ad un’iniziativa della Camera penale contro i suicidi in carcere, in piazza Galvani a Bologna.

Card. Zuppi: il carcere lavori per la rieducazione dei detenuti

Per i cristiani il carcere è materia d’esame, in vista dell’esame finale. Nel Vangelo Gesù dice ‘ero carcerato e sei venuto a visitarmi‘”. Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, intervenendo ad un’iniziativa della Camera penale contro i suicidi in carcere, in piazza Galvani a Bologna. “Il carcere è un pezzo di noi – ha aggiunto Zuppi – e se svolge la sua funzione di rieducazione e di rimarginare le ferite, dà un’opportunità. La Giustizia è di per sé riparativa”. Quanto alle difficili condizioni delle carceri italiane, per Zuppi “bisogna guardare in faccia al problema” e “continuare a lavorare perché il carcere sia sé stesso e quindi sia volto alla rieducazione dei detenuti, com’è scritto nella Costituzione. Questo è il vero e unico senso del sistema carcerario“. Per mettere in atto questa idea, però, “facciamo tanta fatica – ammette Zuppi – Ci sono tanti problemi collegati a questo, tra cui le malattie psichiatriche. Bisogna continuare con una collaborazione tra il sociale, il sanitario e il settore penitenziario, c’è molto da fare”.

Fonte Ansa