Era un intervento atteso quello del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Coinvolto nell’inchiesta sulla fornitura di camici e di altro materiale sanitario da parte della società Dama Spa, gestita da suo cognato Andrea Dini, il governatore parla in Consiglio regionale. Un discorso (nel quale ha ripercorso in parte i mesi difficili vissuti dalla regione) sul quale ha spiegato di aver riflettuto molto, “soprattutto per la preoccupazione di dare ulteriore cassa di risonanza a polemiche sterili, inutili, strumentali oltre che lesive della mia persona e del ruolo che ricopro”. Alla fine, ha spiegato Fontana, “ho deciso di essere qui non solo per affermare la verità dei fatti, ma anche per voltare pagina e affrontare con forza la volontà di andare oltre, affrontando un presente pieno di incognite e guardando alle sfide del futuro”.
Aria e Dama
Nel corso del suo intervento, il governatore ha spiegato di non poter “tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei familiari”. In riferimento alla vicenda che lo vede coinvolto come indagato, Fontana ha precisato che il “coinvolgimento, se di coinvolgimento si può parlare, è quello qui illustrato, nulla di più ne di meno, se non il fatto che Regione Lombardia non ha speso un euro per i 50mila camici“. In merito al ruolo di Aria Spa, la centrale regionale per gli acquisti, secondo il presidente della Lombardia la società ha “rispettato le regole dell’emergenza”. Un riferimento anche a Filippo Bongiovanni, ex ad di Aria il quale, secondo Fontana, “in una fase difficile ha svolto il suo compito di civil servant con passione e competenza e senza mai venire meno alle sue responsabilità”.
Fontana e l’ex ad
Bongiovanni, già ascoltato dai pm, risulta indagato per turbata libertà del contraente nell’ambito dell’inchiesta. L’ex ad, ha spiegato il governatore, “è esempio di pubblica amministrazione che non si muove solo con le logiche difensive, ma che prova ad intervenire e rispondere alle necessità dettate dall’emergenza e anche in questa fase sono state rispettate le regole dettate dall’emergenza”. Per quanto riguarda i “rapporti negoziali a titolo oneroso tra Dama e Aria, non ho saputo fino al 12 maggio scorso. Sono tutt’ora convinto che si sia trattato di un negozio del tutto corretto ma ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni“. Un discorso più volte interrotto dagli applausi della maggioranza, intervenuta a sostegno del governatore laddove l’opposizione ha già avanzato la possibilità di una sfiducia.