Un caldo così non lo si avvertiva da 14 anni. Era l’estate 2003, quella dei record. Quella dei blackout nelle città per i consumi energetici alle stelle. Uno spettro che aleggia su ogni bella stagione appena la colonnina di mercurio si avvicina ai 40 gradi. E anche quest’anno, appena il clima è diventato bollente è scattato, puntuale, il paragone con il 2003.
Giugno da record
Il giugno che ci siamo lasciati alle spalle, in effetti, ha sfiorato quel primato, come indicano le prime analisi dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-Cnr). Sebbene i meteorologi non prevedano un’estate rovente, luglio è cominciato all’insegna di un caldo straordinario e con un fine settimana “bollente” in tutta Italia, con temperature che superano 35 gradi e picchi fino a 40 gradi.
Colpa dell’anticiclone
Da lunedì però si prevede un cambiamento, più marcato giovedì e venerdì, con una perturbazione sul Centro-Nord. “Giugno 2017 se la batte con quello del 2003 e, se non il primo più caldo a partire dal 1800, potrebbe essere sicuramente il secondo“, ha detto Bernardo Gozzini, direttore del consorzio Lamma (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale) che riunisce Regione Toscana e Cnr. A rendere l’estate 2003 molto particolare era stato l’anticiclone africano, simile a quello responsabile del caldo di questi giorni ma più persistente: “Aveva infatti creato una situazione molto stabile su tutto il Mediterraneo, cominciata a fine maggio e perdurata per tre mesi”, ha spiegato l’esperto.
Anche nel giugno 2017 lo stesso fenomeno ha determinato una situazione di bassa pressione sull’Atlantico che ha richiamato aria calda da Marocco e Algeria verso l’Europa. Una perturbazione dall’Atlantico, però, ha poi riportato le temperature su valori normali, con i temporali arrivati sull’Italia settentrionale a fine giugno.
Si torna a respirare
Si annuncia comunque un’estate diversa da quella del 2003: “In questi primi giorni di luglio – ha osservato Gozzini – l’anticiclone africano ha portato aria calda algerina e, con essa, temperature elevate, ma già da lunedì a Nord e da giovedì o venerdì nel resto della penisola si prevede un cambiamento, con temperature più basse e temperali sparsi“.
Cosa ci aspetta a luglio e agosto
A spiegare il gran caldo, ha detto il meteorologo Andrea Giuliacci, di meteo.it, c’è il fatto che è piovuto poco sia in inverno sia in primavera e, contrariamente a quanto avviene di solito all’inizio dell’estate, i primi raggi del Sole non sono serviti a far evaporare umidità, ma hanno surriscaldano l’atmosfera. In generale, luglio e agosto si annunciano un po’ più piovosi, ma molto dipenderà dall’andamento dell’anticiclone africano. Quest’ultimo è da almeno 20 anni un protagonista ricorrente dell’estate, ha osservato Giuliacci: “una situazione come quella attuale sarebbe stata anomala 30 o 40 anni fa”, quando “l’anticiclone delle Azzorre portava sull’Italia aria non particolarmente calda e mitigata dal mare. L’anticlone africano africano trascina invece l’aria dalle regioni interne del Nord Africa, con temperature decisamente elevate, portando ondate di calore più durature“.