Una vendemmia diventata in breve tempo una tragedia. Tutto nello spazio di pochi secondi. Nel comune calabrese di Paola (contrada Carusi), in provincia di Cosenza, quattro persone sono rimaste uccise dalle esalazioni tossiche provenienti dalla vasca che conteneva il mosto d’uva. Una quinta persona, una donna, è stata portata d’urgenza in ospedale. Immediato l’intervento sul posto dei Vigili del fuoco e di una squadra Nbcr, intervenuta per determinare quali esalazioni siano state sprigionate dalla vasca provocando la morte dei viticoltori. Si tratta di due fratelli, del cognato e del nipote di uno dei due, tutti di età compresa fra i 40 e i 70 anni.
Il dramma durante il travaso del mosto
Secondo quanto emerso dai primi rilevamenti, i cinque si apprestavano alla fase conclusiva della produzione del vino, a quanto sembra destinato a uso familiare. Quando è avvenuta la tragedia, le vittime sarebbero state intente a travasare il mosto da una vasca contenitiva alle botti. Un’operazione che, pare, stava avvenendo in un locale chiuso dove, probabilmente, sarebbe venuto a mancare l’ossigeno. Le Forze dell’ordine, intervenute assieme ai Vigili del fuoco, si sono ritrovati davanti una scena atroce. Tre delle vittime erano prive di vita, riverse nella vasca di fermentazione dell’uva, mentre il quarto corpo giaceva presso quella destinata alla conservazione del mosto.
Agli operatori del Nucleo batteriologico chimico radiologico (Nbcr) il compito di determinare le cause della tragedia. L’ipotesi è che la stanza dove l’operazione di travaso stava avvenendo non fosse abbastanza arieggiata.