Detto fatto: a partire dalla mezzanotte di oggi l’Ungheria ha chiuso il confine con la Serbia per impedire il passaggio di migranti. Pugno di ferro dunque, come aveva annunciato il premier Viktor Orban. Da qualche ora è, infatti, possibile arrestare e incarcerare chiunque tenti di attraversare la frontiera illegalmente e di fermare ed espellere verso il Paese di arrivo (la Serbia) i richiedenti asilo. Nel pomeriggio di ieri la polizia ha chiuso l’ultima porzione di territorio utilizzato dai profughi per il transito senza controlli, un pezzo di ferrovia nei pressi della cittadina di Röszke, dove fino a poco più di un quarto di secolo fa passava la cortina di ferro. Una breccia larga circa quaranta metri, per giorni il cancello verso l’Europa, e ora sbarrata da un vagone merci, da un lato sovrastato da filo spinato.
Verso le ore 16 di ieri sono stati fatti passare gli ultimi immigrati, una donna con due bambini è stata bloccata mentre tentava, correndo, di precedere gli agenti, seguita da decine di altre persone, in una corsa disperata dell’ultimo minuto, molti in lacrime. Inutile: la polizia li ha velocemente fatti deviare verso un punto di frontiera ufficiale, che dista poche centinaia di metri e che è servito per il transito controllato fino alla mezzanotte. Le autorità hanno fatto sapere che 9.380 persone sono state “catturate” mentre tentavano l’ingresso illegale, persone “tutte persone ‘de facto’ passibili di fermo e arresto. Secondo una nota delle forze dell’ordine, sono stati avviati diversi procedimenti penali per traffico di migranti.
“Se ci sono dei rifugiati, chiederemo se hanno presentato una domanda di asilo in Serbia, che è un Paese sicuro – ha dichiarato Orban, il più agguerrito nel club dei Paesi contrari all’imposizione da parte europea di quote di migranti da accogliere – se non l’hanno fatto, allora saranno respinti”. Il primo ministro ha lanciato un chiaro monito alle forze dell’ordine, lasciando intendere che non sarà facile applicare le nuove regole e che potrebbero esserci momenti di tensione. “Vi troverete di fronte a determinazione e aggressività – ha detto – incontrerete gente che è stata ingannata” L’Ungheria passa alla linea dura mentre la Germania, di fronte a un’emergenza sempre meno gestibile, ha deciso di ripristinare i controlli alle sue frontiere, seguita da Austria e Slovacchia. E mentre a Bruxelles i ministri dell’Interno europei si sono lasciati dopo lunghe ore di discussioni senza un accordo sulla ricollocazione di quote di migranti in cerca di asilo in Europa stamattina la Germania ha proposto di tagliare i fondi dell’Ue per i Paesi che si oppongono alle quote di accoglienza.