“Le operazioni di polizia sono continuate tutta la notte e proseguono”, ha detto il premier belga, Charles Michel, dopo la sparatoria avvenuta nel quartiere Forest di Bruxelles. Il capo del governo ha parlato di una “mobilitazione massima di agenti di polizia e magistrati”. Michel ha convocato il Consiglio nazionale di sicurezza, che riunisce i principali ministri e responsabili dei servizi di sicurezza del Paese. Michel ha comunque lanciato un appello “alla popolazione affinché resti calma”.
Ieri la giornata si era conclusa con l’uccisione di un terrorista e l’arresto di due sospetti. L’uomo eliminato non è però Salah Abdeslam, una delle menti degli attentati di Parigi del 13 novembre, ancora a piede libero. Uno dei due arrestati è stato fermato ieri sera, l’altro questa mattina. Il blitz era scattato dopo la sparatoria nel quartiere di Forest. Tutto era partito come una delle numerose altre operazioni di routine condotte sin dall’indomani degli attentati di Parigi, sulle tracce del ricercato n.1 Salah Abdeslam nonché delle menti e basisti del venerdì nero della capitale francese.
Da dopo gli attacchi, Bruxelles e Parigi hanno deciso di unire le forze e di collaborare nelle indagini per snidare i jihadisti, e da diverso tempo stanno compiendo operazioni congiunte. Questa volta erano sulle tracce delle false identità utilizzate dal gruppo di terroristi per preparare gli attacchi, seguendo la pista delle conoscenze di alcuni degli 11 arrestati in Belgio, di cui almeno uno, un amico del kamikaze dello Stade de France, Bilal Hadfi, legato proprio a Forest. Le forze di polizia hanno suonato nel primo pomeriggio, verso le 15, alla porta di un appartamento in rue du Dries, che in teoria doveva essere vuoto.
Immediatamente partono, attraverso la porta chiusa, colpi di arma da fuoco che feriscono tre poliziotti. Alle 15.20 altra raffica di colpi, e un quarto ferito, più grave. Almeno una persona si dà alla fuga attraverso i tetti, per nascondersi in un terreno abbandonato poco distante dove viene inviato in ricognizione un cane con videocamera, subito obbligato a ripiegare sotto i colpi d’arma da fuoco. Scatta intanto il perimetro di sicurezza nel quartiere, che terrà in ‘ostaggio’ i bambini di quattro scuole ‘messi in sicurezza’ sino a ora di cena.
Verso le 18 inizia il blitz delle forze speciali, con elicotteri per localizzare il o i fuggitivi, e cecchini sui tetti. Nell’appartamento, ormai ‘ripulito’, viene ritrovato il cadavere di uno dei sospetti terroristi. Pochissimi i dettagli fatti filtrare dalla Procura federale belga e dalla polizia, che durante il culmine dell’operazione hanno chiesto a media e cittadini di non comunicare sui social – come già avvenne a novembre quando la rete si riempì di gattini – sulla localizzazione degli uomini della squadra franco-belga per non compromettere il risultato della loro azione. Unica certezza, la persona uccisa nello scontro a fuoco “non è Salah Abdeslam”, ha confermato la Procura, aggiungendo che la sua identità “non è ancora nota”. Secondo quanto riferiscono alcuni media belgi, si tratterebbe di una persona completamente sconosciuta alle forze dell’ordine.