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BREXIT, DALLE DIMISSIONI DI CAMERON AL CROLLO DELLE BORSE

“Ci dovrà essere un nuovo primo ministro eletto a ottobre”. Con queste parole il premier Cameron ha annunciato le sue dimissioni, parlando in diretta tv ai britannici nella sua prima dichiarazione dopo la Brexit, sottolineando che sarà il nuovo premier a dover “guidare i negoziati con l’Ue”. Inoltre, Cameron ha specificato che non ci saranno cambiamenti immediati per i cittadini dell’Unione Europea che vivono in Gran Bretagna e per i britannici che vivono in altri Paesi dell’Unione Europea.

“Io farò il possibile, come primo ministro, per pilotare la nave nelle prossime settimane e mesi. Ma non penso che sia giusto per me cercare di essere il capitano che guida il nostro Paese verso la sua prossima destinazione – ha aggiunto Cameron -. Non è una decisione che ho preso alla leggera, ma credo che sia nell’interesse nazionale avere un periodo di stabilità e poi la nuova leadership richiesta”.

E dopo l’annuncio delle dimissioni di David Cameron, avvenuto in diretta da davanti il numero dieci di Downing Street, sono iniziate le “scommesse” su chi sarà la nuova guida della Gran Bretagna. Secondo i bookmakers britannici il favorito sarebbe l’ex sindaco di Londra e principale promotore dei “Leave”, Boris Johnson.

Nella mattinata del 24 giugno, la Commissione elettorale della Gran Bretagna ha confermato la vittoria del Leave. Secondo quanto riferito dal sito della Bbc, i Leave hanno ottenuto il 51,9% dei voti, mentre il Remain il 48,1% dei voti. Per la Brexit hanno votato 17.410.742 elettori, mentre per restare nell’Ue i voti sono stati 16.141.241, mentre l’affluenza al voto viene fissata al 72,2%.

Intanto gli effetti negativi della Brexit si sono fatti sentire in tutte le borse del mondo. La sterlina è colata a picco, affondando di oltre il 10%, scendendo a quota 1,33 dollari, il peggior risultato dal 1985 a oggi. Nel frattempo la Banca d’Inghilterra  ha comunicato di essere già pronta a “prendere tutte le misure necessarie per garantire la stabilità finanziaria e monetaria”.

Inoltre, dopo le chiusure al ribasso di quelle asiatiche, apertura definita drammatica per le borse di tutta Europa: -7,93% a Francoforte, -12% a Madrid, -9,90% a Parigi e -6,70% a Londra. Avvio in ribasso anche a Piazza Affari, dove più di metà dei titoli, comprese le banche, non riesce a fare prezzo e molti appena entrati sono stati messi in indice di volatilità. Se tutti i titoli fossero attivi, la perdita teorica si stimerebbe fra il 13 e il 14%.

 

 

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