Parlando di fronte alla platea dei giovani imprenditori a Capri, il presidente di Confindustria promuove la manovra, sottolineando però che contiene “molti interventi congiunturali”, e avverte che gli effetti dell’escalation tra Israele e Hamas avranno un impatto molto pesante.
“Manovra ragionevole”
“E’ una manovra che ha dimostrato ragionevolezza. Quindi ovviamente questo è un punto di merito“, dice il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che dal convegno dei Giovani Imprenditori avverte: “E’ una manovra però che contiene ancorché interventi che noi auspicavamo”, come “la riconferma del taglio contributivo del cuneo fiscale che però è ancora congiunturale”. “È ovvio – sottolinea – che se vogliamo fare interventi strutturali dobbiamo aggredire la spesa pubblica” o “diventa difficile trovare risorse per fare interventi strutturali che mirino alla crescita, la via per rassicurare mercati”.
La spesa pubblica
“Abbiamo più di 1.100 miliardi di spesa pubblica: io credo che il 4-5% lo si può riconfigurare. Non entro nel capitolo singolo, però sappiamo tutti quali sono gli sprechi e l’inefficienza della pubblica amministrazione“, dice il leader degli industriali della spesa pubblica da ‘aggredire’. “Trovare il 4-5% di 1.100 miliardi… vedete un po’ voi di cosa stiamo parlando. E ci sono -, aggiunge -, numerosi interventi che negli anni sono stati predisposti dai vari governi che si sono succeduti e nessuno ha più controllato: li abbiamo utilizzati? non li abbiamo utilizzati? Io sono convinto e conosco che ci sono fondi non utilizzati in pancia ai ministeri, perché purtroppo siamo un Paese che non ha un controllo ex post dei provvedimenti. Noi non sappiamo quando facciamo un provvedimento qual è l’attesa che ci proponiamo ma non facciamo il controllo se poi l’abbiamo ottenuta”. E, dal convegno di Capri, sottolinea: “Quindi secondo me si può lavorare tranquillamente per andare a trovare risorse utili per fare gli interventi”.
Gli effetti
“Gli impatti saranno impatti molto pesanti e lo sappiamo benissimo“, avverte il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, rispondendo ad una domanda sulle preoccupazioni per l’economia legate all’escalation israelo-palestinese “Non è l’unica guerra in corso. Se guardiamo nel mondo credo che siano 169 i conflitti oggi aperti“, dice. E per il nuovo conflitto avverte: “Sul tema dell’energia ha già avuto influsso: abbiamo visto cosa è successo al prezzo. Uno dei più grossi giacimenti, Tamar, al largo di Haifa, nella zona di sfruttamento economico di Israele, ha sospeso l’estrazione. Vedremo cosa succederà. Anche nei Paesi che sostengono una parte o l’altra, i comportamenti che avranno. Avrà dei riflessi molto importanti. Parlo solo di quelli economici, ovviamente. Non nel tema umanitario, che è quello più importante”.
Zes per il Sud
Quello delle Zone economiche speciali, per il Mezzogiorno, è “sicuramente uno strumento molto valido. Per le otto Zes già operative abbiamo abbiamo visto i benefici che hanno portato: la sola Campania l’anno scorso ha investito un miliardo e mezzo e mezzo nella Zes”. Dice il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dal convegno dei Giovani Imprenditori a Capri: “E’ ovvio che è uno strumento di politica industriale e del territorio molto importante. Che tutto il Mezzogiorno venga ricompreso è un fattore positivo, l’importante è che non diventi però un freno: abbiamo già qualcosa che funziona, non blocchiamo quello che funziona, speriamo che sia qualcosa di aggiuntivo che ci possa aumentare la possibilità di scaricare sul territorio” gli effetti positivi.
I gap da colmare
E più in generale, rispondendo ad una domanda sullo spirito con cui furono pensati i due convegni annuali dei Giovani Imprenditori, a Capri e a Rapallo, simbolo del gap nord-sud da colmare, ribadisce: “abbiamo quattro gap da affrontare: di genere, generazionale, di territorio, di competenze. E’ la grande sfida che ha questo Paese, deve colmare queste esigenze”.
Fonte Ansa