Tornano a cadere bombe sull’aeroporto di Misurata, dove le forze del generale Haftar hanno nuovamente fatto capire che, coronavirus o no, la lotta per l’ingresso a Tripoli non si fermerà tanto facilmente. Lo scalo è stato obiettivo di una serie di attacchi mirati, forse con droni, i quali hanno provocato seri danni a seguito dell’esplosione di un bunker di munizioni e di alcuni serbatoi di carburante. Come mostrato da alcune riprese amatoriali, una altissima colonna di fumo si è sollevata dall’aeroporto di Misurata, come a ricordare che l’escalation libica, virus o no, non accenna a fermarsi.
#BREAKING
Explosions in western Libyan city Misrata continue. #Libya #LibyaReview pic.twitter.com/rCom3R7gu3— Libya Review (@LibyaReview) May 6, 2020
Nuova escalation
Al momento, l’avanzata verso Tripoli di Haftar ha subito un provvisorio rallentamento, con mosse che hanno riguardato più che altro attacchi mirati, come quello all’aeroporto di Misurata, o di scompiglio, come la scia di razzi scagliati verso Abu Salim nelle scorse ore, provocando diverse vittime civili. Il tutto mentre le forze governative starebbero avanzando ulteriormente fuori dei confini tripolitani, guadagnando nuovamente terreno attorno alla capitale. Sembra che l’ultimo attacco mosso dal generale Haftar non abbia arrecato danni al compound italiano posto nella zona dell’aeroporto che, oltre a un ospedale da campo, ospita un contingente militare con alcuni soldati dell’esercito del nostro Paese.
Alta tensione
Al momento non è ben chiaro cosa sia realmente accaduto: alcune fonti parlano di almeno una dozzina di raid, altre di una serie di 18 attacchi mirati all’Accademia, altri ancora di un’offensiva mossa contro una struttura impiegata dai mercenari turchi e dai combattenti siriani. Di sicuro, il nuovo attacco a Misurata rialza l’asticella della tensione e, una volta di più, addensa le nubi sopra lo scacchiere libico, pronto a darsi nuovamente battaglia con violenza e determinazione da parte di tutte le forze in campo.