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Bollettino Covid: oltre 18mila positivi, 718 vittime. Tasso di positività al 5,2%

La presenza delle varianti del virus rendono tutto più complicato e lungo: non è possibile pensare alle riaperture senza dati in miglioramento

Sono 18.938 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 17.221. Sono invece 718 le vittime in un giorno (ieri 487). Il tasso di positività è al 5,2%.

Le parole del dg della prevenzione del ministero della Salute

Gianni Rezza chiarisce subito che 718 vittime è la somma delle vittime odierne (460) e dei deceduti delle settimane e mesi scorsi in Sicilia (258).

Poi aggiunge Rezza che “Il ruolo delle varianti continua ad essere importante, nonostante la variante inglese cresca molto, quella brasiliana resta costante al 4%”. 

Rispetto alla campagna di vaccinazione, Rezza spiega che gli esiti migliori “non appartengono ai Paesi dell’Unione Europea: Israele, Regno Unito e Stati Uniti. 

Attesi dati peggiori nei prossimi giorni

In un momento in cui cala lentamente l’Rt e ancora non incide sull’incidenza – spiega Rezza –  l’epidemia decresce altrettanto lentamente proprio perché le varianti sono più trasmissibili. 

Ciò che dura più a lungo, come effetto, è il carico sui servizi e il numero dei decessi. Questo significa che durante il mese di aprile avremo numeri ancora pesanti e fare, a maggior ragione, ancora più vaccini. Vediamo i primi risultati tra gli operatori sanitari, dobbiamo portare al massimo la copertura vaccinale delle persone anziane”.

Il caso AstraZeneca

Durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio della Cabina di Regia organizzata dal ministero della Salute, Rezza interviene ancora sul caso AstraZeneca: “Sul vaccino AstraZeneca molto aiuterebbe anche nella divulgazione se ci fosse una posizione univoca a livello Ue. Uno dei problemi maggiori in questa pandemia è stata purtroppo la mancanza di coesione e uniformità negli interventi dei paesi europei.

Le riaperture delle attività

Non esiste una soglia predefinita per riaprire. Esistono però degli indicatori, la percentuale delle persone vaccinate costituisce un indicatore determinante ma dobbiamo essere molto flessibili anche a fronte dell’arrivo di una nuova variante diffusiva”. A parlare di riaperture è Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, a margine della conferenza stampa della cabina di regia Iss-ministero.     

“La copertura vaccinale è un elemento importante per prendere delle decisioni di riapertura. Ma- avverte Brusaferro – oggi abbiamo 3700 persone ricoverate e questo significa che la risposta al bisogno di salute e’ dilazionata e questo accade già alla soglia del 30%. Non puoi dilazionare all’infinito e questo dato deve ancora scendere, così come il dato dell’incidenza, che è ancora a 200 casi per 100mila abitanti. Dobbiamo rafforzare la capacità di tracciamento, che avviene con un Rt e un incidenza che scendono, per parlare di riaperture. C’è la prospettiva della riapertura ma non dobbiamo spazientirci, accelerando troppo, come invece sta avvenendo in altri Paesi”.

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