Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, nel suo incontro con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, lancia un monito relativo alle operazioni a Gaza: “Il bilancio delle vittime è troppo alto”. Concessa la visita di una delegazione Onu nella Striscia, per verificare le condizioni sul campo, specie dal punto di vista umanitario.
Blinken a Netanyahu: “Troppi morti”
Israele deve evitare ulteriori danni ai civili nella guerra che sta conducendo contro Hamas a Gaza e che ha già provocato troppi morti, oltre 23mila finora.
Nella sua quarta missione a Tel Aviv dal 7 ottobre, il segretario di Stato Usa Antony Blinken è tornato ad incalzare il premier Benyamin Netanyahu pur ribadendo il pieno sostegno a Israele per impedire in futuro un nuovo attacco terroristico dei miliziani palestinesi. Sebbene per gli Usa l’accusa di genocidio mossa contro lo Stato ebraico all’Aja sia “infondata”, il bilancio delle vittime nella Striscia, in particolare di civili e bambini, “è troppo alto”, ha avvertito l’inviato di Joe Biden. Che, partecipando a una riunione del gabinetto di guerra israeliano, ha ottenuto che una delegazione dell’Onu visiti il nord di Gaza per rendersi conto della situazione sul terreno, in particolare umanitaria, e per svolgere “una valutazione” in vista del rientro degli sfollati alle loro case.
Pressing per una pace duratura
Per Blinken, “la guerra a Gaza potrebbe finire domani se Hamas prendesse le decisioni giuste” ma, ha insistito, per “una pace duratura” serve la nascita di uno Stato palestinese, così come chiedono molti Paesi della regione visitati dal capo della diplomazia americana prima della tappa a Tel Aviv. “Il punto di vista espresso da questi Paesi – ha spiegato – è fondamentale per porre fine una volta per tutte a un ciclo di violenza attraverso la realizzazione dei diritti politici palestinesi”.
Sgombero a Betlemme
In omaggio alle preoccupazioni Usa per le attività dei coloni, Israele ha fatto coincidere l’arrivo di Blinken con lo sgombero a sorpresa di un insediamento ebraico presso Betlemme, in Cisgiordania, e la demolizione di abitazioni in alcuni avamposti eretti nelle vicinanze della colonia Pney Kedem, mentre il ministero degli Esteri ha negato che ci sia un piano per trasferire la popolazione di Gaza in Africa: “Non siamo impegnati nell’esame della fattibilità” di questo dossier, ha assicurato il portavoce. Il ministro della destra radicale Itamar Ben Gvir – tra i sostenitori dell’uscita dei palestinesi dalla Striscia e del ritorno dei coloni – ha però avvertito il segretario di Stato che “non è tempo di parlare dolcemente con Hamas” ma “di usare un grosso bastone”.
Fonte: Ansa