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Jacob Blake, la denuncia della famiglia: “E’ ammanettato al letto”

Il padre e lo zio del 29enne afroamericano, paralizzato in seguito al ferimento alla schiena da parte della Polizia, esternano la loro rabbia: "Non può muoversi e lo tengono in catene"

L’onda del caso Blake rischia di penetrare nella società degli Stati Uniti nella stessa misura in cui lo fece la protesta per la morte di George Floyd. Non è stato ucciso Jacob Blake, ma i sette colpi ricevuti, alcuni dei quali terminati nella sua schiena, gli hanno provocato una paralisi, forse permanente. E, nelle ultime ore, la famiglia continua a rendere pubblica la propria rabbia, descrivendo la degenza del 29enne afroamericano, ferito a Kenosha nei giorni scorsi, altrettanto dura del suo arresto. Secondo il padre, Blake sarebbe infatti ammanettato al letto, nonostante l’impossibilità di muoversi. Una notizia che non ha fatto che gettare benzina su un fuoco già particolarmente che, negli ultimi giorni, ha portato a violente proteste per le strade del Wisconsin. Persino allo storico sciopero dell’Nba.

Il grido della famiglia Blake

Sulla questione Blake, è intervenuto anche Andrew Yang, ex candidato alla presidenza democratica e attivo nel no-profit con la fondazione Venture for America. Yang ha fatto sapere alla Cnn di aver parlato con la famiglia Blake e che il padre di Jacob avrebbe parlato di suo figlio come “incatenato”, esternando frustrazione nonostante il sollievo di averlo visto vivo e cosciente. Un caso che avrebbe messo in imbarazzo persino il governatore del Wisconsin, Tony Evers, interpellato a riguardo durante una conferenza stampa, dicendo di non essere informato sulla questione. Le proteste a Kenosha, due giorni fa, avevano portato le prime due vittime, uccise da un 17enne dell’Illinois fanatico delle armi che, durante le agitazioni, aveva imbracciato un fucile e aperto deliberatamente il fuoco.

Dialogo e distanza

Nelle scorse ore, ci sarebbero stati i primi contatti fra la famiglia Blake e la Casa Bianca. La madre di Jacob si sarebbe infatti intrattenuta con il chief of staff Mark Meadows, praticamente in contemporanea al discorso del presidente Donald Trump alla convention repubblicana. Un’occasione in cui il Tycoon ha accettato l’investitura del Gop senza però far menzione al caso Blake, se non definendo i disordini di Kenosha come frutto di “folle inferocite”, ribadendo il sostegno presidenziale alla Polizia. Una presa di posizione che, forse, allargherà la forbice fra la Casa Bianca e le istanze delle proteste anti-razziste. Anche perché, a oggi, l’indagine in corso sul ferimento di Blake non ha portato ulteriori risposte. Resta non chiara la dinamica degli eventi, così come la ragione per la quale l’agente di Polizia abbia aperto il fuoco per sette volte verso il 29enne, che stava salendo nell’auto dove si trovavano i suoi figli.

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