L’Ue disconosce l’esito del voto, la Russia resta vicina al governo Lukashenko e il solco fra Bruxelles e Mosca si allarga nella misura in cui si stringe l’asse fra Putin e Minsk. La prossimità del governo russo a quello bielorusso è stata confermata proprio dal leader del Cremlino che, in un’intervista alla nota trasmissione di Serghej Brilev sulla rete Rossija 1, ribadisce che la Russia non resterà indifferente a ciò che sta accadendo “nel Paese più vicino”. Putin ha fatto sapere che “su richiesta di Aleksandr Grigorievich (nome di battesimo del presidente Lukashenko, ndr), ho formato una riserva di agenti delle forze dell’ordine che possono andare in Bielorussia, ma finora non ce n’è bisogno“.
Il messaggio di Putin
In pratica, Vladimir Putin lancia un avviso ai naviganti. Ai manifestanti bielorussi in primis, che hanno preso d’assalto le piazze e spiegato chiaramente al presidente che non esistono altre soluzioni che il ritorno al voto, questa volta con la garanzia di commissari esterni. D’altra parte, un volano per quelle “forze Nato” che Lukashenko voleva già essere schierate ai confini bielorussi. Ribadendo comunque che le forze in campo “non ci andranno finché gli estremisti non cominceranno ad appiccare il fuoco ad auto e case. Partiamo dal presupposto che tutti i problemi in Bielorussia saranno risolti pacificamente. In generale la situazione si sta stabilizzando”.
Merkel: “Lukashenko ha rifiutato un colloquio”
La stessa Angela Merkel, negli ultimi giorni, ha fatto sapere di aver provato a contattare telefonicamente Lukashenko, ma senza successo: “Per mediare serve la disponibilità delle due parti” e Lukashenko ha rifiutato il colloquio, ha spiegato. L’Ue “vuole sostenere la società civile”, “ma per noi è chiaro che la Bielorussia deve trovare da sola la sua strada” e non devono esserci interventi “dall’esterno”.