Scatterà domani alle 19 sulla rete ordinaria e alle 22 sulle autostrade, lo sciopero dei distributori di carburanti, compresi i self service. Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio affiggeranno nelle stazioni di servizio due locandine: una con gli orari e una con le motivazioni dello sciopero.
Domani lo sciopero dei distributori di carburanti
Da domani alle 19 sulla rete ordinaria e dalle 22 sulle autostrade, i distributori di carburanti saranno chiusi per sciopero. Lo ricordano le organizzazioni Faib, Fegica e Figisc-Anisa in una nota rilevando che “il Governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di ‘trasparenza’ e ‘zone d’ombra’ solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono“. “Ristabilire la verità dei fatti – proseguono – diviene quindi prioritario, per aprire finalmente il confronto di merito”. Gli impianti di rifornimento carburanti, precisano le tre associazioni dei distributori, rimarranno chiusi per sciopero – compresi i self service – per 48 ore consecutive, dalle ore 19.00 del 24 alle ore 19.00 del 26 gennaio sulla rete ordinaria e dalle ore 22.00 del 24 alle ore 22.00 del 26 gennaio sulla viabilità autostradale.
Le locandine per spiegare le motivazioni dello sciopero
Due locandine, una con gli orari dello sciopero e una breve spiegazione e un’altra per indicare tutte le ragioni della protesta sono state predisposte e saranno affisse nelle varie stazioni di servizio dalle tre sigle Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio. Nel volantino con gli orari, si spiega che la chiusura è motivata “per protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria e gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano a penalizzare solo i gestori senza tutelare i consumatori. Per scongiurare nuovi aumenti del prezzo dei carburanti“. Più in dettaglio, nell’altra locandina, le tre sigle precisano: “Per protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della nostra categoria che è stata coperta di fango a seguito degli aumenti decisi dal governo; per ricordare a tutti che le politiche di prezzo al pubblico non sono imputabili ai gestori, il cui margine medio di guadagno (3 cent/litro) rimane invariato a prescindere dal prezzo finale al consumatore; per dire no ai nuovi, inutili, obblighi di legge a carico dei gestori, che già da anni operano in completa trasparenza; per impedire che il prezzo dei carburanti torni a salire contro gestori e consumatori, in assenza di politiche di riforma e razionalizzaione del settore; contro il rischio di una nuova campagna di criminalizzaione dei gestori che nascondano le vere inefficienze e lo spazio debordante della criminalità”.
Fonte Ansa