“Ieri a Beirut nella zona del porto delle fortissime esplosioni hanno causato decine di morti, migliaia di feriti e molte gravi distruzioni”. E’ un messaggio accorato quello che Papa Francesco rivolge alla popolazione del Libano, colpita dalle gravissime esplosioni che hanno letteralmente devastato l’area portuale della cittĆ .
Il messaggio del Papa
Il Santo Padre, al termine dell’Udienza generale, ha pregato per il Paese e per coloro che hanno perso dei familiari nelle tremende deflagrazioni. “Preghiamo per le vittime e per i loro familiari – ha detto il Pontefice -, e preghiamo per il Libano, perchĆ© con l’impegno di tutte le sue componenti sociali, politiche e religiose possa affrontare questo momento cosƬ tragico e doloroso, e con l’aiuto della comunitĆ internazionale superare la grave crisi che sta attraversando”.
L’esplosione
Sono ancora in corso le indagini per appurare con esattezza la dinamica degli eventi. Di certo, perĆ², ci sono gli effetti: l’area di Beirut dove si trova lo scalo portuale ĆØ stata quasi rasa al suolo dall’esplosione che, di fatto, ha avuto l’effetto di una bomba. A saltare in aria, un deposito contenente svariate tonnellate di nitrato d’ammonio, materiale altamente esplosivo e dalla potenza distruttrice. Il bilancio delle vittime, cosƬ come quello dei danni, ĆØ al momento del tutto provvisorio. Secondo le ultime informazioni riferite dalla Croce Rossa locale, i morti sono per ora un centinaio, migliaia invece i feriti. Ma la sensazione ĆØ che entrambi i conteggi potrebbero salire presto.
L’impegno della Chiesa
Difficile sarĆ anche la fase successiva all’accertamento della dinamica degli eventi. Il Libano, giĆ in forte crisi economica, potrebbe veder limitata in modo enorme la capacitĆ del suo porto, uno dei principali nel Mediterraneo orientale. E, di conseguenza, una delle principali infrastrutture del Paese, transito e scalo di un’enorme quantitĆ di navi mercantili. Proprio alla luce delle sue recenti difficoltĆ , Papa Francesco aveva rivolto diversi pensieri al Libano e alla sua popolazione. Risale al maggio scorso, ad esempio, una donazione di 200 mila dollari alla Nunziatura apostolica di Harissa, allo scopo di sostenere 400 borse di studio per gli studenti del Paese e far sƬ che non fosse “rubata loro la speranza” di un futuro.