Ieri sera, Beirut, capitale del Libano, è stata devastata da una doppia esplosione che ha distrutto la zona del portuale e una parte della città. Al Manar TV, il canale news libanese, riferisce che al momento, risulterebbero 135 le vittime e 5mila i feriti. Tra quest’ultimi c’è anche la moglie dell’Ambasciatore olandese. Decine sono i dispersi. Il numero degli sfollati ha già superato le 300mila unità. Lo scoppio è stato così violento, tanto da essere percepito fino all’isola di Cipro, distante 160 chilometri. I cittadini sono stati travolti fino a un chilometro di distanza dalla deflagrazione. Il totale dei danni si aggirerebbe, a seconda delle stime, fra i 3 e i 5 miliardi di dollari Usa. È rientrato parzialmente l’allarme relativo al gas fuoriuscito che è risultato essere meno nocivo rispetto a quanto si pensasse.
La situazione ospedaliera
Gli ospedali della città sono al collasso. Sono state sovraccaricate le strutture, già portate allo stremo dall’emergenza di Covid-19. Sono richieste donazioni di sangue e generatori per garantire la corrente nelle sale operatorie. Il Consiglio supremo di difesa del Libano ha dichiarato lo stato di emergenza di due settimane nella capitale. Il presidente Aoun ha annunciato che destinerà 100 miliardi di lire libanesi (circa 55 milioni di euro) per fronteggiare l’emergenza.
Le indagini
Il governo libanese ha previsto gli arresti domiciliari per gli ufficiali del porto di Beirut, responsabili dello stoccaggio del nitrato di ammonio e della sua sicurezza. È stata fatta una richiesta di indagine internazionale, ma il Libano ha asserito di voler procedere autonomamente per poter arrivare a colpire i responsabili.
La solidarietà
Tel Aviv mostra la sua vicinanza al Libano. Questa sera la facciata del Comune di Tel Aviv in Piazza Rabin sarà illuminata con i colori della bandiera libanese. Lo ha annunciato il sindaco Ron Huldai. “L’umanità – ha scritto su Twitter – viene prima di ogni conflitto e i nostri cuori sono con il popolo libanese in questo terribile disastro”. L’Italia ha deciso di fare arrivare sul posto Vigili del Fuoco. Mentre, domani Macron si recherà a Beirut per una visita sui luoghi della tragedia.
Il Pentagono
Le affermazioni di Trump relative al fatto che lo scoppio fosse legato ad un attentato sono state smentite dal Pentagono. Alcuni funzionari di quest’ultimo, rimasti nell’anonimato, hanno sostenuto che non c’è prova né che si sia trattato di un attacco né che, in questo periodo, in quella area ci siano soggetti che avrebbero potuto avere interesse a creare questo disastro.
Le parole di Baer
Robert Baer, ex agente della Cia e grande esperto in Medio Oriente, riferisce “Era chiaramente esplosivo militare. Non era fertilizzante, come nitrato di ammonio. Ne sono abbastanza sicuro”. L’esperto continua: “Guardate la palla (di fuoco) arancione e chiaramente è esplosivo militare”. Ha, anche, affermato che Il bianco visibile nei filmati, prima dell’esplosione più potente è probabilmente segno della presenza e della combustione di nitrato di ammonio. “Sembra – ha aggiunto – un incidente“. “Ho lavorato in Libano per anni e – ha concluso – nessuno vuole ammettere che tenevano esplosivi militari nel porto”.