E’ scontro totale tra Ue e Austria sul caso migranti. Nei giorni scorsi Vienna ha annunciato e poi avviato la costruzione di una barriera sul Brennero finalizzata a limitare gli ingressi di profughi nella Repubblica Federale dall’Italia e ha minacciato di chiudere il confine se il Tirolo dovesse trasformarsi in una “sala d’attesa”. “Sarebbe un brutto segnale per l’Europa” ha commentato il ministro italiano degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Concetto ripreso dal commissario Ue per gli Affari Interni, Dimitris Avramopoulos, che, in un’intervista alla Stampa, ha ribadito la sua linea: “non abbiamo bisogno di politiche che portino alla chiusura delle frontiere, perché così si mette a rischio Schengen”. Cioè il trattato, più volte messo in discussione negli ultimi mesi, che ha istituito uno spazio di libera circolazione all’interno dei confini europei. Uno dei capisaldi su cui si fonda il progetto dell’Ue. E, infatti, secondo Avramopoulos, “iniziative unilaterali come questa finiscono per attentare alla libera circolazione. Il commissario ha chiesto “alla ministra Mikl-Leitner un testo che spieghi cosa stanno facendo e perché. Lo aspettiamo da un attimo all’altro. Anche noi invieremo una lettera formale”. “Non è la giusta risposta ai problemi – ha ribadito – Spero che la decisione non sia attuata e che il dialogo prevalga. Dobbiamo fare tutti il possibile perché Schengen torni alla normalità entro fine anno. I Ventotto devono mantenere gli impegni. Nel momento in cui lo faranno, quando ogni decisione presa verrà attuata non avremo problemi fra gli Stati”.
Avramopoulos si è detto poi “molto deluso” per i numeri sulla ricollocazione: “Lo scorso anno, potevano anche avere ragione nell’esprimere il dubbio che quelli che entravano fossero davvero identificati e registrati. Ora la verifica è totale”. Per il commissario “al momento non ci sono prove che il flusso dei migranti si sposti dalla Grecia all’Italia, anche se gli arrivi dalla Libia aumentano”, poi ha garantito: “L’Italia ha il nostro sostegno e continuerà ad averlo. Siamo pronti ad aumentare la presenza di Frontex sulle coste, se necessario”.
La risposta di Vienna non si è fatta attendere. “Reputo false e fuorvianti le voci circa la chiusura dei confini fra Italia e Austria al Brennero” ha scritto in una lettera a Repubblica il presidente austriaco Heinz Fischer. Secondo il capo di Stato “è però certo che i problemi al Brennero si ridurranno quanto più efficace sarà la protezione dei confini esterni europei, cui deve contribuire anche l’Italia, secondo le sue possibilità, così che possiamo assieme onorare i principi europei”.
Fischer ha spiegato di comprendere “le preoccupazioni delle autorità regionali” tirolesi “che vanno prese in considerazione”, ma aggiunto che, malgrado la crisi dei profughi, “è necessario che tra Italia e Austria la circolazione delle persone e delle merci avvenga come disciplinato dai principi europei”.
L’Austria è ora in grado di consentire “l’ingresso controllato di circa 150 richiedenti asilo” e questo numero “aumenterà ancora significativamente fino a giugno, in modo da poter far fronte a diversi tassi giornalieri o settimanali di ingressi”, ha aggiunto Fischer, secondo il quale in questo modo “l’Austria continuerà ad essere annoverata tra i Paesi europei che, proporzionalmente alla popolazione, sono modello di accoglienza”.