Il centro destra torna a vincere nei ballottaggi delle Comunali. Secondo le prime proiezioni, l’alleanza Berlusconi-Salvini conquista “la rossa” Genova con Marco Bucci, vince a Verona e Catanzaro e batte il Pd anche a L’Aquila. A Parma, il sindaco Pizzarotti si conferma dopo aver sbaragliato i grillini. Per i Dem, che governavano 14 capoluoghi di provincia su 22 ai ballottaggi, si prospetta un clamoroso flop. “Abbiamo perso, ha vinto la destra”, commenta amaro il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato. Sui social esultano gli esponenti della destra: “Andiamo a governare”, scrive Salvini. Affluenza ai minimi: il 47% circa, -12 punti sul primo turno.
Parma, Pizzarotti in testa
Federico Pizzarotti centra il secondo mandato. Sarà lui, anche per i prossimi cinque anni il sindaco di Parma e stavolta, a differenza di quello che avvenne nel 2012, ce l’ha fatta senza il Movimento 5 Stelle, sfatando cioè per la prima volta un tabù, ovvero che possa esserci spazio di successo per un fuoriuscito che si presenta senza le insegne di Beppe Grillo e senza il traino del blog. Ha vinto con un margine ampio, con un consenso attorno al 58%. Pizzarotti del Movimento 5 Stelle era stato il primo esponente a guadagnarsi la ribalta nazionale diventando il primo sindaco di una città capoluogo. I rapporti con lo staff si guastarono, però, quasi, subito, fino all’uscita del sindaco e di tutta la sua squadra dal Movimento 5 Stelle, con la conseguente decisione di tentare il bis con una lista civica, chiamata ‘Effetto Parma’. Dopo essersi fermato, al primo turno, al 34%, al ballottaggio ha trovato un avversario che gli ha dato filo da torcere. Paolo Scarpa, dopo aver vinto le primarie, ha cercato di conquistare una città dove il centrosinistra non governa da 19 anni, smarcandosi il più possibile dal Pd e presentandosi come un’alternativa civica e inclusiva, cercando di conquistare anche i voti che al primo turno erano andati alla candidata leghista, nonostante il “divieto” di Salvini a votare un candidato Pd che si è trasformato, di fatto, in un endorsement indiretto a Pizzarotti. La vittoria del sindaco di Parma è così, contemporaneamente, una sconfitta del Pd, uscito di nuovo sconfitto in una città che non riesce a conquistare e del M5s che ha visto trionfare uno dei suoi più acerrimi nemici. Ma è una sconfitta anche della partecipazione, visto che Parma non ha fatto eccezione, rispetto alla media nazionale, sull’affluenza alle urne. Ha votato, infatti, appena il 45,18%, ben 16 punti percentuali in meno rispetto al ballottaggio del 2012.
Genova “la rossa” cede alla destra unita
Risultato storico a Genova che sarà governata per la prima volta nel dopoguerra dal centrodestra. Stando ai primi exit poll e alle prime proiezioni il candidato del centrodestra unito Marco Bucci ha vinto con un largo margine: 54,5% contro il 46,5% rispetto al suo avversario del centrosinistra Gianni Crivello. Le previsioni della vigilia sono state così confermate con nettezza, anche se negli ultimi giorni alcuni avevano dato il candidato del centrosinistra in netta rimonta, e Bucci vede confermato il suo vantaggio su Crivello, che al primo turno era stato di cinque punti percentuali. Il risultato di Genova viene rafforzato dalla vittoria, stando alle prime proiezioni, anche a la Spezia, dove il candidato di centrodestra Pierluigi Peracchini domina il ballottaggio col 59,3% rispetto al 40,7% di Paolo Manfredini del centrosinistra. Bucci arriva a palazzo Tursi forte di una alleanza che vede riunito tutto il centrodestra da Forza Italia, Lega, Fdi, i fittiani e la versione ligure di Alternativa popolare. Un modello che è già stato sperimentato con successo per la Regione, strappata al centrosinistra nel 2015. Il voto di oggi, chiude simbolicamente un cerchio per il centrodestra che incassa il premio principale della regione, dove l’anno scorso aveva conquistato anche Savona. Il modello del governatore Giovanni Toti ora è in attesa di esportazione mentre il Pd e il centrosinistra in Liguria dovranno fare i conti seriamente con una lunga scia di sconfitte, in una roccaforte che ha deciso di abbandonare la sua tradizionale affezione rossa preferendo il centrodestra a trazione leghista e scartando la proposta del M5S, nella città del suo fondatore Beppe Grillo. Si chiude così un’epoca per Genova, ma anche per il sindaco uscente Marco Doria che si è congedato dal suo mandato con una nota amara nella quale afferma di voler continuare a sognare malgrado “personaggi squallidi e opportunisti” sul suo cammino.
Il commissariamento di Trapani
Ballottaggio flop a Trapani. La bassa affluenza alle urne, che si attesta al 26,75%%, batte l’unico candidato in corsa per fare il sindaco, Piero Savona (Pd), la cui unica speranza era un’affluenza almeno del 50% e la conquista del 25% delle preferenze. Gli elettori hanno disertato le urne: la città non ha né sindaco né consiglio comunale: decadono infatti anche i consiglieri eletti al primo turno in quanto non è possibile ripartire i seggi. Savona era rimasto l’unico candidato dopo l’esclusione del candidato Girolamo Fazio del centrodestra, indagato per corruzione e traffico d’influenze.
L’Aquila, finisce l’era Cialente
In Abruzzo vince a sorpresa il centrodestra con Pierluigi Biondi. E’ lui il nuovo sindaco dell’Aquila. Dopo una iniziale parità a urne appena chiuse, con il candidato di centrosinistra, Americo Di Benedetto, il distacco via via si è fatto sempre più ampio con Biondi al 54,01% e Di Benedetto al 45,99% con circa l’87% dei voti scrutinati. Si è trattato di un vero e proprio ribaltone. Il dato evidenzia che il candidato del centrodestra, che ha corso con tutte le sigle unite, ha praticamente azzerato gli 11 punti di svantaggio del primo turno che si era chiuso, domenica 11 giugno, con il 36% per Biondi e per il 47% per il candidato di centrosinistra. L’esito delle comunali 2017 sancisce la fine dell’era Cialente, che ha governato per due mandati consecutivi e quindi non ri-candidabile e che è il sindaco simbolo del sisma 2009 e della ricostruzione. Biondi si è presentato in sala del Consiglio comunale visibilmente emozionato e ha ricevuto la telefonata della leader nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e quella dell’avversario Di Benedetto. L’affluenza al chiusura dei seggi alle 23:00 è stata all’Aquila del 52,06% contro il 67,77% del primo turno. Dato che rende ancora più clamorosa la rimonta di Biondi.