La resa dei militari dell’Azovstal ha creato una situazione di stallo. Niente negoziati in corso, almeno non secondo i russi. I rappresentanti di Mosca sul fronte negoziale hanno smentito di aver dato il proprio assenso a uno scambio di prigionieri. Il quale avrebbe dovuto riguardare, secondo quanto era stato ipotizzato nelle ultime ore, i combattenti del battaglione Azov e l’oligarca filorusso Medvedchuk. Niente di tutto questo a quanto pare. Dalla Russia avrebbero intenzione di procedere con un processo nei confronti dei militari dell’Azovstal, mentre il presidente ucraino Zelensky ha parlato della loro sorte come legata all’esito delle trattative di pace. Le quali, al momento, sembrano a un punto fermo, nonostante nella giornata di ieri si sia recato in Ucraina anche il presidente polacco Andrzej Duda e il sostegno ribadito anche dall’Italia.
Zelensky: “Situazione difficile nel Donbass”
La presa avvenuta dell’Azovstal non avrebbe portato, almeno per il momento, a vere e proprie trattative. Anzi, nelle ultime ore si è riaccesa l’offensiva sul Donbass, dove l’esercito russo sta tentando lo sfondamento, finora senza esito, a Severodonetsk. A riferirlo è stato il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergey Gaidai, ma anche Zelensky ha parlato di situazione critica. Secondo il presidente ucraino, l’avanzata riguarda anche Slovyansk e la situazione sarebbe estremamente difficile. Tuttavia, per Zelensky “ogni giorno che i nostri difensori strappano a questi piani offensivi dell’Ucraina, impedendoli, è un contributo concreto a portare il Giorno della Vittoria più vicino”. Severodonetsk, al momento, sarebbe a rischio di accerchiamento. Nel corso dei bombardamenti, almeno 12 persone sarebbero rimaste uccise, altre 40 ferite.