Dalla prossima settimana torna il lockdown in Europa. Da lunedì infatti l’Austria reintroduce il confinamento per tutti e da febbraio scatterà l’obbligo vaccinale. In Germania, alcuni Lander come Baviera e Sassonia vanno verso restrizioni come la chiusura di locali e la cancellazione dei celebri mercatini natalizi.
In Austria
Una settimana dopo averlo imposto ai non vaccinati, il nuovo lockdown generale dovrebbe durare fino al 12 dicembre, anche se dopo 10 giorni verrà rivalutata la situazione. Restano aperte le scuole, con obbligo di mascherina per gli studenti, mentre viene incentivato lo smartworking e si potrà uscire di casa solo per lavoro, motivi di necessità e per svolgere attività fisica. In caso di miglioramento della situazione epidemiologica, le restrizioni resterebbero solo per i non vaccinati. E dal primo febbraio, in Austria vigerà anche l’obbligo generalizzato di immunizzazione contro il Covid-19. “Solo così usciremo dal circolo vizioso”, ha spiegato il governatore del Land Tirolo, Gunther Platter. Intanto oggi il Paese ha registrato 15mila contagi giornalieri. Il cancelliere federale Alexander Schallenberg ha dichiarato: “Nonostante mesi di impegno, non siamo riusciti a convincere abbastanza gente a farsi vaccinare”.
In Germania
Oggi la Baviera ha annunciato la cancellazione di tutti i celebri mercatini di Natale e la chiusura di bar, discoteche e locali notturni fino a metà dicembre insieme a un confinamento nelle aree più a rischio. Regole più severe anche per ottenere il green pass, secondo la formula del 2G, ovvero geimpft, immunizzati, e genesen, guariti. Anche a queste categorie sarà comunque richiesto il tampone per partecipare agli eventi di massa. La Sassonia va verso le stesse restrizioni, ha reso più rigide le regole per i turisti – chi arriva da Paesi ritenuti a rischio dovrà osservare una quarantena di 10 giorni, ridotta a 5 con un tampone negativo – e ha deciso pure l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. “Siamo in una fase in cui non dovremmo escludere nulla”, ha commentato il ministro della Salute tedesco Jans Spahn.