Cresce l’attività in intramoenia della sanità pubblica. La netta crescita è arrivata dopo la netta flessione (-28%) del 2020. Lo certifica la Relazione annuale del ministero della Salute sullo stato di attuazione dell’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria per l’anno 2022 che il ministero della Salute ha trasmesso ora al Parlamento.
Le prestazioni
Le visita cardiologiche, ginecologiche e ortopediche e, per quanto riguarda le prestazioni strumentali, l’elettrocardiogramma, poi l’eco (color) dopplergrafia cardiaca, l’ecografia all’addome inferiore, superiore e completo e l’ecografia monolaterale e bilaterale della mammella, sono le attività più richieste dai cittadini italiani.
Il trend
Se già nel 2021 il trend tornava in linea con gli anni precedenti e i ricavi totali risultano superavano il 1 milione di euro (i 1,087 mld di euro per la precisione), con un incremento rispetto all’anno precedente del 33%, nel 2022 si assiste a un ulteriore salto avanti dell’8%, con ricavi che raggiungono il valore di 1.177 milioni di euro.
Spesa pro-capite
In termini di spesa pro-capite, l’intramoenia nel 2022 vale 20 euro per ogni cittadino residente in Italia, ma la situazione è estremamente variegata sul territorio nazionale con forti discrepanze tra Nord e Sud del Paese, sia in termini di valore di spesa pro-capite sia in termini di variazione rispetto all’analogo dato riferito all’anno precedente.
Massimo e minimo
In particolare nel 2022, i picchi maggiori si registrano nelle Regioni Emilia-Romagna (34,8 euro/anno), Valle d’Aosta (32,2 euro/anno), Piemonte (29,9 euro /anno) e Toscana (28,6 euro/anno) mentre la spesa pro-capite per prestazioni in intramoenia è minima in Molise (4,4 euro/anno), in Calabria (5,5 euro/anno) e nella P.A. di Bolzano (6,5 euro/anno), ed in generale significativamente inferiore alla media nazionale nelle Regioni meridionali.
Fonte Ansa