Sale a 22 vittime il bilancio dell’attacco all’Università di Kabul. E, dopo alcune ore, arriva anche la rivendicazione: il sedicente Stato islamico, l’Isis, torna a stendere la propria ombra sull’Oriente del mondo, attribuendosi la responsabilità del massacro dei giovani studenti afghani. Una violenza che si concretizza a pochi giorni dalla strage di Nizza, rigurgito fondamentalista che torna a imporre una riflessione sulla recrudescenza dei gruppi jihadisti e del loro proselitismo. L’attentato all’ateneo della capitale dell’Afghanistan ha ricevuto la condanna unanime del mondo occidentale, così come accaduto per l’attacco all’arma bianca in Provenza. Fra i tanti messaggi di solidarietà, quello dell’ambasciata italiana a Kabul. “L’Italia condanna con forza l’attacco odierno all’Università, l’ultimo di una serie di terribili crimini contro le strutture educative”.
Kabul, l’incubo dei civili
Fin da subito, i talebani si erano sfilati dalla rosa dei possibili responsabili, affermando di non essere coinvolti nell’attacco, da subito definito di stampo terroristico. E, già nelle ore successive, si era ipotizzato un coinvolgimento dei gruppi affiliati a Daesh, spesso responsabile dei tanti attacchi susseguitisi nella città di Kabul, fra le più interessate da attacchi di stampo jihadista. E che fin troppo spesso hanno coinvolto la popolazione civile della capitale afghana. “Gli attacchi contro i civili – ha fatto sapere ancora l’ambasciata italiana in Afghanistan -, e in particolare i giovani afghani che investono sul loro futuro, devono fermarsi ora”.
Atenei sotto attacco
Altri due attacchi, negli ultimi quattro anni, hanno coinvolto poli studenteschi a Kabul. Nel 2018, proprio un kamikaze daesh compì una strage, uccidendo decine di adolescenti davanti alla sede universitaria. Due anni prima, un attacco suicida falciò 16 persone davanti all’Università americana.