Alla fine la conferma è arrivata, ci sarebbero anche 4 italiani tra le 22 vittime dell’attacco terroristico al Museo del Bardo di Tunisi. 2 accertati, altri 2 dispersi. Un atto infame condotto da almeno 5 uomini probabilmente legati al Califfato di al Baghdadi. E’ stato anche diffuso il nome di uno dei nostri connazionali uccisi: si tratta di Francesco Caldara, un pensionato 64enne di Novara che era in crociera con la compagna Sonia Reddi (55). Entrambi sono stati colpiti nell’assalto, ma lei è stata operata e ora non è in pericolo di vita, mentre l’uomo non ce l’ha fatta. Il bilancio dell’attentato parla anche di oltre 50 feriti. L’attacco dimostra ancora una volta la pericolosità della nuova frontiera del terrorismo, che può colpire ovunque e, soprattutto, dovunque. Non solo gli obiettivi sensibili tradizionali (metropolitane, luoghi di culto o simboli dell’Occidente) ma anche redazioni di giornali e centri culturali.
Tutto è cominciato quando 5 uomini travestiti da militari hanno tentato di fare irruzione durante un convegno sulla legge anti-terrorismo in Parlamento. Fermati dagli agenti hanno cambiato strategia e sono entrati all’interno del Bardo, prendendo in ostaggio alcuni visitatori stranieri. L’assedio è stato interrotto dal blitz delle forze di polizia; le teste di cuoio tunisine sono entrate nel museo. C’è stata una sparatoria, un assedio con decine di turisti presi in ostaggio e poi si è consumata la strage. La Farnesina, in serata, ha confermato che quattro italiani sono stati uccisi, e altri 13 sono rimasti feriti. Ma il bilancio, avvertono dal ministero, “è ancora in evoluzione”. Due attentatori sono morti nel conflitto a fuoco con la polizia mentre altri tre sarebbero riusciti a fuggire. In serata due sospetti sono stati arrestati. L’Isis ha applaudito l’attacco ma non si tratta di una rivendicazione ufficiale, anche se il coinvolgimento dello Stato Islamico nella carneficina è pressoché certo.