Quarantuno anni dopo Mennea. Marcell Jacobs fa saltare dalla sedia tutti gli italiani che avevano forse più scetticismo che speranze per le gare di atletica leggera. Il corridore desenzanese corre la finale dei 100 metri a Tokyo in 9”80, frantumando il record europeo che aveva stabilito in semifinale e andando a prendersi un oro da leggenda nella gara che fu di Jesse Owens, Carl Lewis e Usain Bolt. Un risultato pazzesco, con Jacobs che diventa il primo centometrista a raccogliere il testimone del fuoriclasse giamaicano, campione consecutivamente da Pechino 2008 a Rio 2016. Una prestazione destinata a restare nella leggenda, così come l’abbraccio, al traguardo, con Gianmarco Tamberi. Sì, perché anche Gimbo ha regalato all’Italia un pomeriggio da sogno, con un oro leggendario ex aequo con il campione mondiale in carica, il qatariota Mutaz Essa Barshim.
Jacobs inarrivabile: oro da sogno
Chi già recitava il De Profundis sui pochi ori fin qui conquistati dagli italiani all’Olimpiade di Tokyo, ora si ritroverà con un paio di buoni motivi per ripensarci. L’atletica leggera ci riserva due splendide sorprese, capitalizzando il lavoro di due atleti eccezionali. Jacobs, lunghista di nascita ma specializzatosi man mano nella velocità, ha raggiunto vertici mai toccati in campo europeo. Il velocista azzurro ha distrutto il record del francese Christophe Lemaitre, che resisteva dal 2011, segnando un 9”80 difficilmente replicabile. I presupposti c’erano tutti nell’aria: più in forma che mai, già nelle semifinali il desenzanese era apparso fra i favoriti, facendo registrare già in quell’occasione il nuovo record europeo (9”84).
Tamberi, un salto per la gloria
Fantastica anche la prova di Gimbo Tamberi, in una finalissima del salto in alto in cui di fronte si ritrova il due volte campione del mondo Mutaz Essa Barshim. Uno scoglio che a molti sarebbe apparso proibitivo ma che per il marchigiano ha rappresentato uno stimolo in più. Del resto, anche per Mutaz le cose non erano semplici: ex campione del mondo indoor e due volte campione europeo, Tamberi arrivava alla finale tutt’altro che sfavorito. E le misure salgono senza problemi: 2.19, 2.24, 2.27, 2.30, 2.33, 2.35 e 2.37. Va male nel 2.39 ma il qatariota non fa di meglio. Alla fine è un oro ex aequo. L’azzurro è stato più forte di tutto, anche del’infortunio che gli precluse Rio nel 2016.