Era atteso da giorni l'odierno Consiglio dei ministri che ha deciso il futuro di Armando Siri. Al sottosegretario leghista delle Infrastrutture e senatore del Carroccio, indagato dalla Procura di Roma per corruzione, è stato revocato l'incarico. L'inchiesta nata a Palermo ipotizza uno scambio di favori, utilità e denaro – si parla di una mazzetta da 30 mila euro – che avrebbero agevolato l'imprenditore Vito Nicastri (da un anno agli arresti domiciliari) e secondo gli inquirenti finanziatore e favoreggiatore del super boss mafioso Matteo Messina Denaro.
Le motivazioni fornite da Giuseppe Conte e Luigi Di Maio
Durante il Consiglio dei ministri è stato il premier Giuseppe Conte a spiegare le motivazioni della scelta. La tesi del Presidente del Consiglio è stata articolata punto per punto e a lungo dibattuta. Inoltre non è stata effettuata la votazione per giungere alla decisione. Dopo il suo intervento è toccato al Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno spiegare la versione della Lega su questa vicenda. Che fin da subito si è schierata al fianco e in strenua difesa del suo senatore. Al termine della riunione che ha scelto l'allontanamento di Siri, si è presentato davanti ai giornalisti Luigi Di Maio. “Secono me la questione morale deve essere centrale in un governo che si definisce del cambiamento. Il fatto che il m5s in questi anni sia stato intransigente gli ha permesso di diminuire i rischi di infiltrazione. Non rinnego nulla di quello che ho fatto in questo governo, però quando emergono queste vicende bisogna essere irremovibili”. E ancora. “Se dalle carte di un inchiesta viene fuori una condotta oggettiva, la fiducia viene meno. Dunque bisogna mettere in pachina la persona coinvolta, perché se viene rinviata a giudizio o addirittura condannata che figura fai con i cittadini? Dobbiamo adottare principi di precauzione per gli elettori“.
Le carte dell'inchiesta
Secondo gli inquirenti il docente universitario Palo Arata, 68 anni di Genova, sarebbe stato uno dei personaggi che avrebbe avuto contatti e fatto da tramite con Armando Siri. “Le investigazioni effettuate hanno svelato lo stretto collegamento tra Arata ed esponenti del partito della Lega, in particolare l'attuale sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri stimolato da Arata a promuovere un amodifica regolamentare degli incentivi connessi al mini-eolico” si legge tra le carte dell'indagine.