Una maxi operazione antimafia dei carabinieri con 101 indagati è in corso oggi, dalle prime luci dell’alba, a Catania. I militari hanno eseguito un’ordinanza cautelare del Gip e arrestato 80 persone, compresi 2 minorenni. Sono le cifre da capogiro dell’ooperazione “Skanderbeg” che ha visto impegnati oltre 400 carabinieri del comando provinciale di Catania.
Operazione Skanderbeg
I militari etnei sono stati supportati dai carabinieri delle altre province della Sicilia e dei reparti specializzati dell’Arma – compagnia di Intervento operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, squadrone eliportato Cacciatori “Sicilia”, nucleo elicotteri e nucleo cinofili. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 101 persone indagate.
L’inchiesta della Procura distrettuale ha permesso di azzerare la roccaforte del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti che, attraverso diversi gruppi criminali, era sotto il diretto controllo di Cosa nostra.
Nello specifico, Dda e militari dell’Arma ritengono di avere sgominato 12 imponenti ‘piazze di spaccio’ radicate nel popolare quartiere di San Giovanni Galermo, storica ‘roccaforte’ del traffico e della vendita di droga nel capoluogo etneo.
Ancora il clan dei Santapaola–Ercolano
Le diverse squadre che gestivano le piazze di spaccio godevano di una chiara autonomia sotto il profilo della competenza territoriale e della gestione organizzativa, ma agivano comunque sotto il diretto controllo del gruppo “Nizza” aderente alla famiglia di “Cosa Nostra” catanese dei Santapaola–Ercolano, che imponeva ai “capi piazza” il rifornimento esclusivo dello stupefacente dal medesimo gruppo, nonché i costi e i quantitativi di stupefacente da acquistare.
Il clan Santapaola–Ercolano è da anni nel mirino delle forze dell’ordine, essendo uno dei più potenti e violenti gruppi criminali del territorio, con importanti ramificazioni in Italia e all’estero.
Ogni piazza aveva un capo – ricostruiscono i carabinieri – che operava sotto la supervisione di Lorenzo Michele Schillaci che era delegato anche a dirimere i contrasti interni ai gruppi.
Il clan Nizza era molto attivo: le riprese video dei carabinieri, ricostruisce la Dda, hanno consentito di “registrare centinaia e centinaia di cessioni di dosi di droga giornaliere, organizzate imprenditorialmente con precisi orari di lavoro e turnazioni che coprivano l’intero arco della giornata”.
Arrestati anche 2 minorenni
Le 101 persone sono indagate, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosa, e per detenzione illegale e porto di armi da fuoco.
Ottanta le persone arrestate – compresi due minorenni – nove delle quali poste ai domiciliari, quattro all’obbligo di dimora e otto a quello di presentarsi alla polizia giudiziaria. Tutte le restanti sono state tradotte in carcere.
L’arsenale
L’indagine dei militari dell’Arma ha altresì permesso di accertare la disponibilità di armi da fuoco, anche da guerra, pronte ad essere utilizzate in caso di richiesta di spedizioni punitive da parte del clan Nizza.
In occasione dei festeggiamenti del 31 dicembre 2018, tra l’altro, sono stati videoripresi i momenti in cui proprio Schillaci e altri due responsabili di una importante piazza di spaccio, Mario Maurizio Calabretta e Giambattista Spampinato, esplodevano diversi colpi di arma da fuoco con un Kalashnikov e una pistola, noncuranti, tra l’altro, della presenza di più persone, tra le quali un bambino, mentre il pusher della piazza continuava a spacciare ai clienti, incuranti degli spari.