Anniversario Tienanmen, pugno duro coi dissidenti

Piazza Tienanmen

Foto di Markus Winkler su Unsplash

Stretta contro i dissidenti cinesi in vista del trentacinquesimo anniversario delle proteste di Piazza Tienanmen, a Pechino. Un evento che culminò in una durissima repressione e che, ancora oggi, resta il simbolo di chi vede anche nell’attuale governo un’oppressione. E, nelle ultime ore, le istanze contro l’attuale guida cinese hanno portato a numerosi arresti di dissidenti. Inoltre, chi era già detenuto riceverà un regime di sorveglianza speciale, sia in territorio cinese che a Hong Kong. Ed è già allarme per i diritti umani.

Tienanmen, arresti in Cina

Le autorità cinesi e di Hong Kong hanno arrestato o messo sotto sorveglianza diversi dissidenti in vista dell’anniversario delle sanguinose vicende di Piazza Tienanmen.

Il 4 giugno, infatti, saranno trascorsi 35 anni dalla repressione da parte dei soldati dell’Esercito popolare di liberazione degli studenti che chiedevano riforme democratiche, costata la vita a un numero stimato da centinaia a diverse migliaia di persone.

Le misure

Secondo Human Rights Watch (Hrw), attivisti legati alla commemorazione del 4 giugno sono stati messi sotto sorveglianza o temporaneamente spostati dalle proprie case su ordine delle autorità. Tra di loro Zhan Xianling, uno dei fondatori del gruppo di parenti delle vittime delle Madri di Tienanmen, l’avvocato per i diritti umani Pu Zhiqiang e il leader studentesco Ji Feng. Eventi a ricordo sono previsti in diverse città del mondo, tra cui Tokyo, Londra, Taipei e New York – dove nel 2023 è stato inaugurato un museo dedicato -, ma non in Cina, dove l’evento è assolutamente vietato, spingendo coloro che puntano a commemorarlo a trovare modi creativi per aggirare la censura del Great Firewall ed evitare persecuzioni.

Ricordo soppresso

Per tre decenni, il più grande evento in ricordo dei fatti di Tienanmen si è tenuto a Hong Kong, ma a causa della repressione sulla città decisa da Pechino da giugno 2020 ogni tentativo di organizzare veglie con candele nella città o anche tra le mura domestiche hanno provocato arresti. La scorsa settimana la polizia di Hong Kong ha usato la nuova legge sulla sicurezza nazionale per arrestare sette persone, accusate di aver pubblicato messaggi con intenti sediziosi in vista di una “delicata data imminente”.

La polizia ha perquisito le abitazioni dei sospettati e ha sequestrato dispositivi elettronici. Una delle donne arrestate era già in carcere e i media locali l’hanno identificata come Chow Hang-tung, importante avvocato e attivista per i diritti umani, detenuta per altre accuse. Il caso di Chow è al centro di un documentario che sarà proiettato martedì a un evento in Giappone il 4 giugno: era stata tra le organizzatrici delle veglie di Tienanmen nell’ex colonia.

Fonte: Ansa

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