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ANGELUS DI PAPA FRANCESCO IN AZERBAIJAN: “QUI LA FEDE HA FATTO MERAVIGLIE”

Al termine della celebrazione eucaristica nella chiesa dell’Immacolata del Centro salesiano di Baku, il Pontefice ha recitato la preghiera mariana dell’Angelus, ringraziando Dio perché “qui la fede, dopo gli anni della persecuzione, ha compiuto meraviglie”. E citando San Giovanni Paolo II, ha rivolto ai fedeli l’elogio di San Pietro: “Onore a voi che credete!”.

Poi non ha mancato di spiegare i motivi che lo hanno spinto a visitare un Paese in cui la comunità cattolica è una sparuta minoranza: “Qualcuno può pensare che il Papa perde tanto tempo: fare tanti chilometri di viaggio per visitare una piccola comunità di 700 persone, in un Paese di 2 milioni… Eppure è una comunità non uniforme, perché fra voi si parla l’azero, l’italiano, l’inglese, lo spagnolo…: tante lingue… E’ una comunità di periferia. Ma il Papa, in questo, imita lo Spirito Santo: anche Lui è sceso dal cielo in una piccola comunità di periferia chiusa nel Cenacolo. E a quella comunità che aveva timore, si sentiva povera e forse perseguitata, o lasciata da parte, dà il coraggio, la forza, la parresia per andare avanti e proclamare il nome di Gesù! E le porte di quella comunità di Gerusalemme, che erano chiuse per la paura o la vergogna, si spalancano ed esce la forza dello Spirito. Il Papa – ha aggiunto – perde il tempo come lo ha perso lo Spirito Santo in quel tempo! Soltanto due cose sono necessarie: in quella comunità c’era la Madre – non dimenticare la Madre! -; e in quella comunità c’era la carità, l’amore fraterno che lo Spirito Santo ha riversato in loro. Coraggio! Avanti! Go ahead! Senza paura, avanti!”.

Un incoraggiamento che già nell’omelia era stato in qualche modo espresso dal Pontefice. “Avere fede, una fede viva, non è facile – ha detto Francesco – La fede, che è un dono di Dio e va sempre chiesta, va anche coltivata da parte nostra. Non è una forza magica che scende dal cielo, non è una “dote” che si riceve una volta per sempre, e nemmeno un super-potere che serve a risolvere i problemi della vita. Perché una fede utile a soddisfare i nostri bisogni sarebbe una fede egoistica, tutta centrata su di noi”. La risposta da parte del cristiano deve essere il servizio: “Fede e servizio non si possono separare, anzi sono strettamente collegati, annodati tra di loro”, come la trama e l’ordito dei bei tappeti che si realizzano in Azerbaijan.

Nel pomeriggio il Papa incontrerà il presidente azero Aliyev, visiterà il monumento ai caduti e poi parlerà alle autorità, al corpo diplomatico e alla società civile, prima di imbarcarsi sull’aereo che lo riporterà a Roma.

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