Accade a ogni latitudine, riguarda insegnanti uomini come anche donne. Sono notizie di cronaca che si fa fatica a digerire, alle quali si vorrebbe non credere. Eppure la violenza e i maltrattamenti sui bambini nelle scuole sono più frequenti di quanto non si osi pensare. L’ultimo episodio in ordine di tempo è quelle delle maestre interdette dalla professione per aver compiuto maltrattamenti sui piccoli alunni di una scuola materna di Taranto. L’Indagine curata dalla Squadra Mobile pugliese, e partita al termine dello scorso anno scolastico, avrebbe fatto emergere percosse e offese ripetute ad opera delle due donne, una delle quali ricopriva il delicato ruolo di sostegno su un allievo disabile.
Ma già a marzo la cronaca registrava violenze, soprusi, insulti. E poi percosse e minacce, tutto a danni di creature innocenti di appena 3 anni. I carabinieri di Civita Castellana, in provincia di Viterbo, arrestarono una donna di 53 anni, maestra della scuola materna comunale di Monterosi.
Altro episodio sconcertante il 10 maggio in un asilo nido della provincia di Milano: botte, insulti, bestemmie e nastro adesivo sulla bocca. La telecamera piazzata dagli investigatori ha mostrato persino la maestra che spinge la faccia di un bimbo dentro il piatto: lui ha un rigurgito, e la maestra con uno stesso cucchiaino raccoglie il cibo rimesso e lo dà da mangiare a vari altri bambini.
E ancora: il 3 settembre 2014 a Palma Campania, in provincia di Napoli, sono state arrestate tre maestre di un asilo. L’accusa è di maltrattamenti. Un elenco incompleto eppure già troppo lungo per non costringere a intervenire. Sono storie che fanno rabbrividire, immagini raccapriccianti specialmente quando più adulti si coalizzano per fare del male a esseri indifesi; ed è incredibile come nessuno nelle istituzioni scolastiche se ne accorga. E’ molto raro infatti che la denuncia venga dall’interno; più facile che siano i genitori a raccogliere il grido d’aiuto del proprio figlio per poi trasmetterlo alle forze dell’ordine. E altrettanto incredibile è quanto siano lievi le pene per chi si macchia di reati così infamanti. “Tolleranza zero” in questi casi è la parola d’ordine.
Non è un caso se l’Osservatorio sui diritti dei minori abbia chiesto esplicitamente l’inserimento dei test psicologici sui docenti, manifestando tutta la preoccupazione per un fenomeno sempre più emergente. “Maltrattare un bambino – afferma il presidente dell’Osservatorio, Antonio Marziale – significa segnarlo in modo indelebile per tutta la vita. Nessuno, può arrogarsi simile prepotenza e chi lo fa è un criminale, senza attenuanti”.