Negativo l’esito delle perlustrazioni dei sommozzatori di vigili del fuoco, Guardia di finanza e carabinieri, sulle condutture di un passaggio a guado sul torrente Nevola, nel territorio tra Corinaldo e Trecastelli, dove ieri sera è stata rinvenuta l’auto di Brunella Schiù e oggi la vettura del figlio che è sopravvissuto. Ora, per oscurità, le ricerche in acqua sono state sospese e proseguiranno domani sia nella specifica zona del corso d’acqua, sia in quella, poco più a monte, del Ponte Burello, dove i soccorritori cercano in particolare il piccolo Mattia. In ogni caso i presidi sono costanti anche durante la notte e le attività proseguono per preparare le ricerche in acqua che verranno eseguite domani: le ispezioni dei sub sono in particolare “mirate” in parti del corso d’acqua sulla base anche delle indicazioni dei cani molecolari “speciali” provenienti da Svizzera e San Marino, addestrati per trovare persone in qualunque condizione siano.
Le ricerche
Nel sesto giorno di incessante lavoro di ricerca dei due dispersi, dopo le esondazioni nel senigalliese e nel pesarese che hanno causato enormi danni e sono costate la vita a 11 persone, le attività di vigili del fuoco, carabinieri e guardia di finanza, in particolare con i sommozzatori, si intensificano e concentrano in quel tratto di corso d’acqua. Per il piccolo Mattia si cerca anche vicino al Ponte Burello, zona tra il ponte di Barbara e la parte di fiume più a valle dove sono state trovate le vetture. La giornata di ricerche è stata particolarmente mirata. I soccorritori si sono “focalizzati” in tratto del Nevola dove si trovano le condutture di un passaggio a guado sul torrente, nel territorio di Corinaldo, dove ieri sera era stata rinvenuta l’auto della donna. Ma la perlustrazione ha dato esito negativo e in serata le ricerche, in questa zona, sono state sospese, proseguiranno domani. In prossimità delle condutture del passaggio a guado, i sommozzatori hanno ispezionato quattro canali, rimuovendo i detriti all’interno i detriti, per verificare se potessero trovarvisi i corpi degli scomparsi. All’intervento hanno partecipato anche abitanti della zona, coltivatori hanno fornito materiali per agevolare le operazioni. Le verifiche si erano soffermate su un canale laterale. La decisione di insistere sul passaggio in cemento, era stata presa dopo che per l’intera giornata era stato scandagliato inutilmente il torrente per chilometri. Oltre ai sub, che scandagliano tratti di fiume anche su indicazione dei cani molecolari, in azione squadre di terra per verifiche a pettine, droni per i controlli dall’alto anche in zone più inaccessibili, l’elicottero dei vigili del fuoco in costante sorvolo sull’area.
I funerali
E’ stato scelto il campo sportivo della frazione di Pianello di Ostra per i funerali di quattro delle undici vittime accertate dell’alluvione del 15 settembre. Era l’unico modo per accogliere tutta la comunità, che ha voluto dare l’ultimo saluto Giuseppe e Andrea Tisba, padre e figlio, rispettivamente di 65 e 25 anni, Diego Chiappetti, di 51 anni, e Ferdinando Olivi, di 84. Tutti morti mentre cercavano scampo alla piena di acqua e fango proveniente dal Misa e dal Nevola che ha travolto il paese: stavano cercando di mettere in salvo le loro automobili, invece di salire ai piani alti delle loro abitazioni e sono rimasti intrappolati. L’estremo addio in una tensostruttura a coprire e bare di legno chiaro, coperte di fiori, ognuna con una foto, i familiari e le autorità raccolti sugli spalti e nella tribuna. Migliaia di persone, compresi i rappresentanti di tutte le organizzazioni di aiuto e soccorso: vigili del fuoco, protezione civile, i volontari della Croce Verde, ma anche carabinieri, guardia di finanza, polizia, polizia locale. Un rito religioso e laico insieme, celebrato con compostezza, che ha riunito popolazioni colpite e soccorritori, autorità civili, militari e politiche. In tribuna anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. Nell’omelia il vescovo di Senigallia Franco Manenti ha sollecitato gli amministratori “a tutti i livelli” a compiere “un’incisiva e tempestiva azione di messa in sicurezza del territorio, perché non accada ancora che l’acqua, bene prezioso e fonte di vita, porti morte e devastazione nelle nostre case”. E’ una “precisa richiesta – ha sottolineato – che si alza dal territorio.