Al Cremlino Putin vede Scholz

Sul tavolo bianco lungo quasi sei metri proseguono i colloqui tra le parti in campo nella complessa crisi ucraina. Dopo aver ricevuto il capo dell’Eliseo francese Emmanuel Macron, al Cremlino il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Per Mosca resta una priorità che l’Ucraina non entri nella Nato, mentre ritiene che le risposte degli Stati Uniti e dell’Alleanza atlantica alle  richieste di sicurezza della Russia contengano elementi su cui si è pronta a lavorare. Scholz ha dichiarato che la sicurezza dell’Europa va costruita in cooperazione con la Russia. Nello stesso giorno in cui la Russia annuncia il rientro alle loro basi di alcune forze militari che erano schierate alla frontiera con l’Ucraina per delle esercitazioni, secondo la testata online Meduza i deputati della Duma ha approvato un appello al presidente Putin affinché riconosca la autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel sud-est ucraino. Oggi il titolare della Farnesina Luigi Di Maio si è recato a Kiev per incontrare il suo omologo ucraino Dmitry Kuleba, mentre il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha ribadito, nel corso di una telefonata al presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, il fermo sostegno del governo italiano all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina.

Elementi su cui lavorare

Dopo un colloquio di oltre tre ore, durante la conferenza stampa il presidente Putin ha detto di avere visto nell’atteggiamento del cancelliere Scholz la volontà di lavorare per “un’ulteriore cooperazione benefica e pragmatica” fra Russia e Germania. Ha inoltre aggiunto che le riposte di Usa e Nato alle richieste di sicurezza, ha aggiunto il capo del Cremlino, contengono “elementi” su cui la Russia “è pronta a lavorare”.

La priorità della Russia

Per la Russia rimane “una priorità” la garanzia che l’Ucraina non entri in futuro nella Nato, ha sottolineato il capo del Cremlino. “Sentiamo oggi – ha affermato Putin – che l’Ucraina non è pronta ad entrare nella Nato, ci dicono che non la accetteranno nella Nato domani. Ma cosa avverrà dopodomani? Questo problema deve essere risolto ora. Speriamo che le nostre preoccupazioni per la sicurezza siano tenute in considerazione”. Il presidente russo ha poi aggiunto che “la Russia teme che i colloqui sulla sicurezza in Europa possano andare troppo per le lunghe senza ragione e non permetterà che nel protrarsi di questi colloqui la sua situazione possa peggiorare“, riferisce l’agenzia di stampa russa Tass.

Nord Stream 2

Infine, sul capitolo energia, Putin ha dichiarato che il Nord Stream 2, il gasdotto che traporta il gas dalla Russia all’Europa, passando per la Germania, è un “progetto strutturale per rafforzare la sicurezza energetica in Europa e risolvere problemi energetici ed ambientali, e non ha nessuna valenza politica“. Su questo, Scholz in risposta a una domanda su cosa farà Berlino nel caso di un’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha dichiarato che “faremo quello che dovremo fare, tutti sanno quello che succederà“. “La cosa principale ora è impedire che ciò avvenga”, ha poi aggiunto.

Scholz: “Cooperazione per sicurezza”

“Siamo preoccupati che ci siano tante truppe presenti al confine” con l’Ucraina, “è importante che non ci siano guerre. Dobbiamo trovare una soluzione pacifica affrontando tutti i temi di sicurezza e portare avanti un processo di dialogo nella reciprocità“, ha detto in conferenza stampa il cancelliere tedesco, rilevando che l’annuncio dell’inizio del ritiro delle truppe russe è “un buon segnale” e che gli sforzi diplomatici “non sono ancora terminati”. La sicurezza dell’Europa “non può essere costruita contro la Russia ma in cooperazione con la Russia”, ha proseguito il cancelliere.

L’appello della Duma

I deputati della Duma – il ramo basso del Parlamento russo – hanno approvato un appello al presidente della Russia affinché Mosca riconosca le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel sud-est ucraino, dove la Russia è accusata da tempo di sostenere i separatisti nel conflitto del Donbass: lo riporta la testata online Meduza, secondo cui i deputati russi hanno approvato il documento preparato dal partito comunista. Questa risoluzione – scrive Meduza – prevede l’invio dell’appello direttamente al presidente russo. Hanno votato a favore 351 deputati, contro 16 e uno si è astenuto. “La nostra opinione è che quello che sta accadendo in Donbass è un genocidio“, ha detto al riguardo il presidente Putin nella conferenza stampa congiunta con il cancelliere Schoz, il quale ha invece affermato che il riconoscimento da parte di Mosca delle due repubbliche separatiste filo-russe del Donbass, in Ucraina, sarebbe una “catastrofe politica” e una “violazione degli accordi di Minsk“.

Italia-Ucraina

Mentre continuano gli incontri a Mosca, il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio è volato a Kiev, capitale dell’Ucraina, per una visita al suo omologo ucraino Kuleba. “Speriamo che l’Italia riesca a convincere la Russia di risolvere la situazione in modo pacifico“, ha detto il ministro degli Esteri ucraino al termine dell’incontro, sottolineando che “quando sei in difficoltà un amico è accanto a te, per questo sono lieto di vedere Luigi accanto a me oggi”. Nell’ambito dell’azione diplomatica, il capo del governo italiano Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente Volodymyr Zelensky, spiega una nota di Palazzo Chigi, sugli ultimi sviluppi della crisi ucraina. Il presidente del Consiglio ha ribadito il fermo sostegno del governo italiano all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina ed è stata condivisa l’importanza di rafforzare l’impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi, mantenendo aperto un canale di dialogo con Mosca.

Lorenzo Cipolla: